Delitti per diletto

Delitti per diletto, di Mara Barbara Rosso (foto dell'autrice).
Delitti per diletto, di Mara Barbara Rosso (foto dell’autrice).

Delitti per diletto“. È curioso trovare diletto nei delitti. La questione va ovviamente oltre all’impressione fornita dal titolo. Il diletto, a cui sono riferiti i delitti, non è identificato nel piacere spicciolo e il gioco di parole presentato ha un senso segretamente più preciso.

Un omicidio nella nota località francese di Mont Saint-Michel; il probabile volto di quell’assassino che appare fra il pubblico in una conferenza a Torino e la povera Luisa viene uccisa. Questo il gustoso incipit di una storia brillante in cui la protagonista Barbara Ferrero, cugina di Luisa, e il professore Filippo (sosia di Jürgen Klopp il celebre allenatore di calcio) iniziano una coinvolgente indagine personale.

I due scoprono l’esistenza della “ley line di San Michele”, una linea ideale che collega sette santuari, da Israele all’Irlanda, dedicati dell’arcangelo Michele. In questi monasteri esiste una misteriosa stanza che agevola il contatto telepatico fra i residenti dei citati luoghi sacri.

Il brigadiere Stefano Semperboni, coadiuvato dall’appuntato Gualazzi, indaga sulla morte di Luisa e su una serie di omicidi efferati in cui le vittime sono fatte stranamente a pezzi.

Ma cosa lega i monasteri dedicati a San Michele con questi omicidi? Il legame è assolutamente fuori da ogni immaginazione: investe eventi visibili sulla cima di un monte e le sue luci misteriose; poi passaggi tratti da bibbie antichissime, fra cui quella di fratel Gualdeberto che nel 1210 fugge alla carneficina delle truppe di Innocenzo III per cercare un rifugio dove riprendere la sua opera di divulgazione della verità.

Come Dan Brown:

Il romanzo è un intreccio di storie su storie degne del più celebre scrittore, che per altro viene citato nel romanzo, ma essendo l’autrice poco nota potrebbero venire interpretate come un tentativo di scopiazzatura che invece non c’è.

È vero che risulta pressoché impossibile inventare qualcosa di nuovo in romanzi di questo genere. Dinamicità, colpi di scena, aneddotica, sono una base fondamentale. Questo però non significa che si crei un clone di altri libri e nel caso specifico ci sono le condizioni per affermarlo. Stiamo parlando di un filone che ha molti estimatori, il vero problema è sempre quello della diffusione e di dare il giusto valore al lavoro di un’autrice.

Mara Barbara Rosso, scrittrice di Giaveno vicino a Torino, è un’autrice sconosciuta ancora. Purtroppo questo testo ha vissuto tutte le vicissitudini immaginabili, compreso il fallimento della precedente casa editrice che ha comportato lo stop delle pubblicazioni e quindi della possibile diffusione del romanzo. Ma le sorti sono state benevole verso l’autrice, la quale ha recuperato a fronte di questa difficoltà, riuscendo a portare a temine il duro lavoro.

La CE attuale ha un carattere prettamente locale e distribuisce, per quanto attiene alle librerie, in Piemonte e Aosta. Possiamo solo augurare all’autrice, future pubblicazioni di più ampio respiro distributivo.

Il mio interesse verso gli scrittori minori o emergenti non è nuovo, potete leggere altri interventi in merito a romanzi scritti da autori ancora sconosciuti o pochissimo noti. Non è la fama o il nome altisonante che fa un libro interessante. Il suo contenuto da valore al prodotto. Troppo spesso troviamo in libreria vere schifezze scritte da personaggi famosi, ma sotto fortunatamente esiste un magma ricco di idee e contenuti che ribolle, come nel caso che segnalo.

Speriamo allora in una bella eruzione. Ma come direbbe il dottor Woodstock, medico legale nel romanzo “You see”.

Massimo Fusai. Segui su Instagram.

2 Risposte a “Delitti per diletto”

    1. Anche se anonima, riconosco l’autrice del romanzo in questione. Quindi i migliori auguri per il futuro.

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