Possono coesistere diversi livelli di perturbanti congiungimenti. Al pari di quelli fisici e sessuali, soprattutto se vissuti in maniera intensa e magari la prima volta, vi sono anche quelli mentali, altrettanto potenti da segnare le sorti delle persone.
Musilia nasce dopo una gestazione tormentata vissuta nell’inquietudine della madre. Inquietudine che viene riversata anche nella fase di crescita della ragazza. Il suo nome, Musilia, è una forzatura derivata dalla passione dei genitori per Robert Musil (drammaturgo austriaco degli inizi del XX secolo).
Inconsapevolmente, ma forse non tanto, è proprio l’autore austriaco a disegnare il destino di lei fino a innescare una relazione non proprio positiva con Ulderico, il cui nome somiglia al protagonista de “Der Mann ohne Eigenschaften”, l’opera principale e incompiuta di Musil. Ulderico è un avvocato titolare di uno studio avviato a Bologna, Musilia una stagista appena laureata. Proprio in questi loro ruoli di “titolare-dipendente” s’innescherà una relazione tutta da decifrare e per questo perturbante e tragica, ricca della fragilità di lei e dell’inconsistenza di lui.
Gianfranco Sorge:
Di Gianfranco Sorge ho già parlato in merito ad un altro suo romanzo precedente, è un medico chirurgo e dirigente psichiatra dell’ASL catanese e docente di Psicopatologia presso la scuola di specializzazione dell’Istituto italiano di psicoanalisi di gruppo. Non è un caso che nei suoi scritti ci si addentri nei meandri contorti della psiche umana in generale, anche se le protagoniste dei suoi romanzi sono in particolare donne giovani.
Gianfranco Sorge, catanese come già accennato, non è al suo primo scritto, ma pur non essendo un vero esordiente non gode di una particolare diffusione. Si tratta di un autore affatto banale e forse non proprio facile da leggere, proprio per questa sua caratteristica di creare veri soggetti di studio su cui sviluppare tematiche introspettive profonde.
Perturbanti congiungimenti è un vero e proprio trattato sulle condizioni possibili riguardo al malessere materno e alla ricerca di amore, in uno sfondo che definirei freudiano per gli specifici riferimenti al sesso.
In questo contesto altamente celebrale, state attenti… se mangiate lo spezzatino.