Un cattivo esempio.

Un cattivo esempio, di Tina Caramanico
Un cattivo esempio, di Tina Caramanico

Un cattivo esempio, di Tina Caramanico, è a parere mio la rappresentazione del buon esempio espresso in modo inconsapevole dai personaggi della storia. Il cattivo esempio rappresenta la vita nei suoi molteplici aspetti, ma diviene un buon esempio in quanto latore di conoscenza, comprensione ed esperienza.

Margherita Russo vedova Loiodice, settantaquattro anni, vive e affronta a suo modo le difficoltà della vecchiaia e quelle più complesse legate al rapporto con le figliastre. “Quando uno è vecchio e solo: il tarlo della malinconia si insinua non invitato…”

Margherita non è sola. Escludendo la gatta Palmira gode della compagnia particolare di una persona che non ha mai conosciuto nella realtà, ovvero Donna Concetta.

Le vecchiette, come ama definirle l’autrice, il loro assurdo rapporto (come si conoscono e divengono amiche, soprattutto chi è Donna concetta e cosa è, rimanda a una lettura tutta da scoprire), sono lo schema di base per l’apertura a numerosi temi di carattere profondo: l’amore, la vecchiaia, gli scheletri nell’armadio, la condizione femminile, l’abuso, la cultura familiare dal periodo fascista fino ad oggi. Tutto questo in un romanzo che stupisce per la spiccata ironia. Il divano della copertina rappresenta completamente la scenografia di un bel romanzo che vive la condizione forzata di letteratura minore. Quanti autori bravi sono costretti alla marginalità e se le loro storie vengono alla luce è solo grazie al loro impegno, relegati in secondo o terzo piano perché nelle librerie trovano posto solo nomi famosi anche se non facenti parte (purtroppo) dell’ambito letterario. Ma questo è un altro penoso discorso…

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