Adesso giochiamo

Adesso giochiamo, di Massimo Fusai.
Adesso giochiamo, di Massimo Fusai.

Adesso giochiamo è un urlo che presenta due facce. È un Giano bifronte figlio della natura umana e del gioco non ha proprio nulla.

Il sole stava tramontando sulla città di Arezzo. Era il 25 aprile del 1973, Festa della Liberazione per molti, ma non per alcuni. Un uomo, di nome Aderigo Cartocci, s’intrattiene con una prostituta non più giovane ma ammaliatrice e da lei viene ucciso.

Il giorno 26 aprile, un fattorino delle Poste, scopre il cadavere durante la consegna di un telegramma. Un bambino di dieci anni è casualmente in zona e assiste all’arrivo dei carabinieri e ai commenti della gente curiosa dei fatti e diventerà testimone involontario di una vicenda triste che ha radici lontane.

Adesso giochiamo: il mio romanzo.

Una storia, due periodi e tre livelli narrativi. Questo in sintesi lo schema del mio primo romanzo che ha, nel suo insieme, una stratificazione che non dovrebbe sfociare in complessità.  Inizia un 25 aprile del 1973, festa della liberazione ufficiale per tutti, fino a terminare intorno al 16 luglio del 1944, giorno della liberazione di Arezzo, quasi un anno prima della fine della guerra. L’Italia ha visto tante date di liberazione, mano a mano che le truppe anglo-americane risalivano la penisola, liberandola dall’oppressione nazista e dal giogo interno del fascismo. La città di Arezzo venne ufficialmente liberata nell’estate del 1944.

La vicenda invece si sviluppa, considerando il filone principale, nel 1973. Un anno molto particolare, non perché sia successo veramente quello che il romanzo racconta (si tratta di ovvia finzione), ma perché io avevo dieci anni e ho un ricordo bellissimo di quel periodo. Se ci riflettete, qualunque età voi abbiate, di sicuro rammentate la vostra infanzia come se fosse una epoca mitica, irriconoscibile riguardandola oggi.

Come cambiano le cose: Lo dice nell’interludio il protagonista, che infatti ricostruisce da adulto la trama di una storia di cui è stato piccolo e involontario spettatore. Una città con ritmi semplici, dove le porte non erano chiuse a chiave, si giocava in strada e a scuola si andava piedi da soli. Mi rendo conto che sembra di parlare di chissà quale epoca antica, invece era solo la nostra giovinezza. Ed è proprio lì che mi sono divertito a scrivere questo romanzo, ricostruendo i dettagli di un anno di vita, in cui le vicende personali e scolastiche del piccolo protagonista coincidono con quelle reali vissute dal sottoscritto. Ripeto, solo quelle, il resto della storia è fantasia.

Il secondo periodo affrontato nel romanzo, per il tramite di un vecchio diario, è il 1944. Un anno terribile per molti versi ma che in qualche maniera va ricordato. Un anno che ha visto, appunto, la liberazione della città di Arezzo, per il tramite delle forze partigiane con l’arrivo delle truppe alleate. Infine la fuga di fascisti e tedeschi, alle cui spalle lasciarono stragi tremende, alcune delle quali hanno visto moltissime morti innocenti. Sinceramente non credo esista una strage più importante di altre, che fossero 15 morti o 150 poco importa, è il significato che porta tristezza e merita il rispetto. In questo contesto però di una strage in particolare ho voluto parlare, ripeto non perché ritenuta più importante, ma solo perché fu l’ultima in Arezzo. La strage di San Polo, avvenuta alla vigilia della liberazione.

Chi sono? Sempre sia necessario!

Certo che, per chi conosce il blog, presentarsi sia inutile. Però, seguendo le rigide regole della comunicazione, svolgerò anche questo banale servizio personale: mi chiamo Massimo Fusai, ma già lo sapete. Sono un giovane nato nel 1963. Vivo ad Arezzo con mia moglie Luciana e lavoro a Firenze come tecnico informatico. Appassionato di storia, astronomia, musica, viaggi (tanti, in passato) e soprattutto libri. Gestisco un canale Instagram e questo blog letterario, dove non pubblico vere recensioni, ma spunti in merito ai libri che leggo. “Adesso giochiamo” vede la pubblicazione con Libromania, in quanto testo selezionato dal concorso letterario Fai viaggiare la tua storia. Si tratta del mio primo romanzo, ovvero il mio vero esordio… e spero di non essere l’unico a leggerlo.

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