Brave persone

Brave persone, di Cosimo Buccarella.
Brave persone, di Cosimo Buccarella.

Brave persone. Sì, siamo tutti brave persone fino a quando non si viene definiti diversamente.  Anche il vicino di casa di un terrorista affermerà che sembrava una brava persona. Le persone guardano l’etichetta, se c’è scritto hamburger lo mangeranno anche se fosse carne di topo. Una volta cucita addosso una etichetta non la togli più, anche se la gente smette di salutarti in realtà non dimentica. Sopravvivono le etichette e il resto finisce in secondo piano anche se è nella storia che si celano i significati e i perché. Ma per comprenderla, come per la sofferenza, è necessario prima viverla.

In ospedale, con fratture multiple in tutto il corpo. Immobilizzato da tiranti di metallo conficcati nelle ossa la mente vaga in tante direzioni, pensieri potenti che cancellino la fisicità della sofferenza e non puoi vedere altro che il soffitto e ripensare alla moglie Lena e alla relazione con Arianna.

Siamo tutti brave persone:

Come per Jekill e Hide, la vita delle persone vede due lati distinti e a volte contrapposti. Non per forza stiamo rappresentando il manifestarsi di una seconda anima antagonista, più spesso è solo un lato poco visibile della stessa personalità. Forse è più frequente che si tratti di semplice fantasia, sognando in questi frangenti di essere un calciatore famoso o uno scrittore di successo. Se qualcuno conosce il film “the commitments” forse capisce cosa intendo.

In questo romanzo non abbiamo né l’uno né l’altro. Qui impera l’insoddisfazione che porta a ricercare sempre quel qualcos’altro che, infine, soddisfazione non regala. Come nella droga leggiamo la ricerca di un’essenza gratificante e stimolante o addirittura un’appendice alla vita reale. Se non fosse che quell’appendice è reale a sua volta e può condurre alla rovina della vita di altri, perché poi devi salvare la propria. Mors tua vita mea, è la regola prima della sopravvivenza, una legge non scritta che riempie il nostro istinto generando un danno a terzi per proprio tornaconto.

In tutto questo ciò che risalta è l’apparenza, nello specifico quella che chiamiamo l’etichetta: apparire brave persone è disegnare una etichetta. Anche normale è una etichetta e la definizione di normale dipende molto dal luogo. Io condivido alcuni concetti, in cui in alcuni paesi è normale esistano muri a separare gente, in altri è normale comprare armi al supermercato, in altri ancora è normale morire perché gli esseri non valgono niente.

Essere una brava persona, priva di ambiguità e zone d’ombra, oppure essere cattivo o venire dipinto come un cattivo, nello stile di Roger Rabbit. Ma l’egoismo, che ha tante sfaccettature, può mettere alla luce etichette in apparenza normali, come quella di essere un padre e voler essere una madre.

Non fatevi ingannare dalle apparenze:

Lo voglio ammettere, tutto questo ragionamento può forviare e fare credere che il romanzo sia imperniato su elementi loschi e brutali. Invece è la storia di persone normali (uomini e donne), con una esistenza normale (non sono super eroi o delinquenti). L’etichetta le definisce brave persone ma tutti abbiamo i nostri scheletri e non è detto che si trovino nell’armadio, casomai nel quotidiano.

Un romanzo che riesce a stupire, per lo meno lo ha fatto con me, in quanto segue un filo logico che non apprendi nell’immediato. Solo dopo appare dove la storia vuole andare a parare. Un dramma: tutte le esistenze sono la rappresentazione di un dramma e questo romanzo non è da meno. Forse solo apparenza, solo etichetta come ho accennato. Fare un qualcosa che si credeva non più possibile.

“Brave persone” è un romanzo di Cosimo Buccarella, autore leccese che con questo libro è stato finalista del torneo letterario IoScrittore nel 2019, di cui molte volte ho fatto accenno. Non si tratta del suo vero esordio, anche se la possiamo considerare la pubblicazione di maggior rilievo. Questo non significa che nel passato non abbia prodotto nulla, anzi. Il suo vero esordio è del 2013, con un romanzo intitolato SexOring e pubblicato da Bel-Ami Edizioni, vincitore del Festival Dieci Lune di Napoli. Anche in questo caso una storia di cadute personali e stupefacenti. Un autore che ama le vicende complesse che affondano negli aspetti psicologici.

“Le persone vivono, i pazienti si curano.”

Massimo Fusai. Segui su Instagram.