Dungeon

Dungeon, di Bibi Rouge.
Dungeon, di Bibi Rouge.

Nel dungeon è nuda, inginocchiata a terra, le braccia legate con nodi di prusik. Ignota agli altri, il corpo esposto, il volto no. Respira attraverso i fori sulla bataclava. Tutto è permesso nei limiti pattuiti. Lui l’ha fatto, lei è pronta.

Nina Santibri è una donna che sa cosa vuole nella vita e persegue i propri obiettivi in totale indipendenza. Il suo fisico è un biglietto da visita. Partecipa all’addio al nubilato di Luminita Dumitrescu, futura sposa poco convinta di quella festa e poi poco convinta di sposarsi. Quando Nina scopre dove si svolge la serata ha già un’idea precisa di cosa vuole.

The house of pleasure, ad Amsterdam. Un club esclusivo per sole donne, per chi ama l’erotismo in tutte le sue forme. Non è facile accedervi, in particolare in un’area molto riservata. L’incontro con Vigo cambierà i presupposti. Una porta viene aperta “stavi cercando questo?”

Nina entra nel Dungeon. Non è grande, non lo immaginava così, forse colpa dei film spazzatura. Ma lei non è una ricevente e non si è diretta lì a caso, per lei Vigo è il signore del Dungeon. Lui è abituato alle provocazioni, solo che nessuna aveva esercitato un effetto simile come Nina: domani, alla stessa ora, torna da me.

Il dungeon:

Dungeon è una parola inglese dal valore complesso. In genere rappresenta un ambiente labirintico, in particolare nel modo dei giochi di ruolo. Sempre nell’ambito dei ruoli, definisce anche un luogo dedicato e organizzato per pratiche erotiche bastate sulla dominazione e sottomissione di vario genere.

Veniamo al dunque della questione: questo è un romanzo altamente erotico, dove il dungeon è il lasciapassare verso i nostri pensieri inesplorati. Per inesplorato non intendo i semplici desideri pruriginosi esemplificati in un porno, bensì quell’intricato intreccio di sensazioni e sentimenti che ci contraddistingue come esseri umani e che spesso nascondiamo.

Le note, presenti al temine dei primi capitoli, sono un vero vademecum che ci aiuta (come lettori sia ben chiaro) a entrare nella filosofia del sessualmente possibile. Nulla di eclatante, concetti base, regole primarie necessarie all’approccio sul tema, perché nulla va mai oltre il limite del proprio consenso.

Una po’ come diceva Freud tutto è legato al sesso, i sogni, i comportamenti, le nostre sicurezze e i nostri timori, le scelte operate e le sue conseguenze. Insomma un romanzo che scava dentro per farci riflettere. Non è nulla di simile al più celebre cinquanta sfumature di grigio, in quanto si va ben oltre. Oltre le apparenze, perché è importante guardarla anche se un domani il corpo dovesse cambiare.

Non mancano gli accenni a temi rilevanti che fanno parte del nostro vivere, come i rischi relativi all’HIV, i problemi relativi al proprio corpo a all’alimentazione, il bisogno di porti sicuri a cui affidarsi quando spesso le mareggiate ci sconvolgono, le maschere che anteponiamo per simularci diversi, cedere quando si è portati al controllo.

Bibi Rouge è una bravissima scrittrice italiana. Si tratta, ovviamente, di uno pseudonimo utilizzato da lei per alcune pubblicazioni, ma in genere i suoi libri escono firmati con il nome vero. Non svelo l’identità della scrittrice, anche se nella realtà è abbastanza facile sapere di chi si tratta, lasciando al lettore il piacere della scoperta.

Di lei ho avuto modo di parlare in questo blog, la sua scrittura è sempre molto intensa e partecipata e anche in questo gioco erotico romanzato non si smentisce. Riesce a spaziare nei generi e nei temi con molta facilità e sinceramente mi stupisce non abbia ancora raggiunto la notorietà assoluta. Possiamo dire che a tutti gli effetti è un’attrice di Mursia, sarebbe il caso di farle avere un palcoscenico più visibile.

“Prendetevi tutto il tempo per tornare alla realtà”.

Massimo Fusai. Segui su Instagram.