È da lì che viene la luce.

È da lì che viene la luce, di Emanuela Ersilia Abbadessa.
È da lì che viene la luce, di Emanuela Ersilia Abbadessa.

È da lì che viene la luce. Sì, proprio dove il cuore, ma anche la mente, la cercano. È la stessa luce che entra all’interno di un obiettivo fotografico per fissare il momento. Perché la fotografia sia perfetta serve la parola magica “ferma”.

Il barone Ludwig von Trier, la governante Elena Amato, poi Sebastiano Caruso e Agata Costa. Taormina e l’Italia entravano nell’undicesimo anno dell’era fascista.

Personaggi che girano intorno al significato dell’amore, il quale ha tante sfaccettature e nessuna di queste lo rappresenta in pieno se non nella complessità delle possibili combinazioni. Un romanzo che narra dell’amore e non di sesso, di quel bisogno che tutti gli esseri necessitano e ognuno a suo modo. Come l’amore c’è la gelosia e l’odio, i quali compongono il rovescio della medaglia e si nutrono degli stessi sentimenti di base. “Dove c’è luce, c’è anche ombra” e infatti l’ombra raggiunge il barone.

Un novello Goethe.

Ludwig von Trier era un tedesco in terra italiana, un novello Goethe. Come il più noto connazionale sentiva il bisogno dell’energia e del calore della Sicilia, della vitalità incarnata da quella terra e dai suoi volti.

Una storia che, anche se ambientata in epoca fascista e all’alba della presa definitiva del potere di Hitler, per i temi trattati diviene lo specchio delle forme di odio odierno. I distinguo, che vorrebbero definire il buono dal cattivo, secondo quello che viene chiamato il senso comune, il quale invece non è affatto comune ma imposto solo di chi comanda di più.

L’elemento esterno palese riguarda la fotografia. Ludwig von Trier era un fotografo, un artista dell’immagine, le cui foto sono celebri a livello internazionale. Da appassionato della fotografia non potevo che apprezzare questo romanzo, che non si è soffermato in dettagli tecnici ma si è concentrato sul carattere romantico del personaggio e delle sue inquadrature. Elemento esterno, dicevo, perché la storia ha sviluppi tragici più ingombranti.

Emanuela Ersilia Abbadessa è una scrittrice siciliana di altissimo livello. La Sicilia è una terra florida, fucina di tanto talento e di bravissime scrittrici. Alcune le conosco e di loro invidio l’aria che respirano, se i risultati sono il dono di scrivere così bene.

Emanuela Ersilia Abbadessa è un’autrice che ama la fotografia, appassionata della fotografia, pertanto non poteva che creare un protagonista che vive di fotografia e per uno come me che nel suo piccolo fa fotografia (chi mi segue su Instagram vede dei miei lavori) non poteva che essere apprezzato.

Il romanzo prende ispirazione dalla vita e dal percorso artistico del noto fotografo tedesco Wilhelm von Gloeden e infatti la copertina è una foto originale il cui titolo credo sia “Caino”, scattata durante il suo periodo omosessuale. Il romanzo ha partecipato alla grande selezione del premio “Strega” ma non è entrato a fare parte nella rosa dei finalisti per il 2019… Purtroppo aggiungo.

Massimo Fusai. Segui su Instagram.