Elias Portolu

Elias Portolu, di Grazia Deledda.
Elias Portolu, di Grazia Deledda.

Elias Portolu è un giovane sardo che ritorna alla famiglia dopo un periodo in carcere. Un passaggio nelle galere a causa di scelte poco edificanti, dovute ad amicizie negative, oltre al suo carattere insoddisfatto e ostinato. Il carcere lo ha scontato nel continente e il ritorno cade giusto in tempo per la festa di Santu Franciscu.

Durante la festa conosce la futura sposa di suo fratello, Maddalena. La passione scocca decisa in lui. I turbamenti lo coinvolgono in una maniera che non riesce gestire. Il contrasto è forte, solo le parole del prete, il quale ha una visione chiara della vita e delle pulsioni degli uomini, riescono a dargli un senso.

Il fratello, Pietro Portolu, e Maddalena si sposano. Elias non sa trattenere i suoi sentimenti e lei lo segue, in quello che sarà un momento d’amore intenso. Le vicende però portano a un salto nel vuoto ed Elias, colto dalla colpa, decide per la vita ecclesiastica senza una vera convinzione.

Elias Portolu: storia di rapporti familiari.

Nella quarta di copertina dell’edizione degli anni ’70, quella che vedete nella foto, si annuncia questo romanzo come la storia di un incesto. Nella realtà non c’è nessun incesto consanguineo, esiste però un incrocio familiare, una sorta di adulterio perché Elias s’innamora e ama la moglie di suo fratello.

È curioso come si possa dare risalto a elementi forti, i quali dovrebbero divenire attrattivi e pruriginosi dal punto di vista pubblicitario. Erano gli anni ’70, un periodo di forte apparenza sessuale persino nel cinema, non deve stupire una sottolineatura simile. Oggi non si proporrebbe in quei termini il libro, anche perché non sono reali.

Questa è una storia di sentimenti forti, con aspetti che la cultura romantica apprezzava in modo particolare, anche se troviamo presente una componente decadente tipica degli inizi del 1900. Sì, perché è un romanzo del 1903, anche se l’autrice lo ha riveduto più volte e a questo dobbiamo i suoi cambi d’impostazione, che hanno fatto uscire Elias Portolu dalla categoria dei semplici romanzi d’appendice.

Ma c’è molto di più nel testo di Grazia Delega. Una componente verista che si stava impossessando della letteratura italiana del periodo. Verga era il suo faro e la storia risulta ricca di elementi che rappresentavano la cultura di un popolo, il modo di vestire e di vivere, oltre a particolari aspetti paesaggistici che la distinguono narrativamente dal grande autore siciliano.

Grazia Deledda:

È stata ed è una delle più grandi autrici italiane. L’unica donna del nostro paese ad aver raggiunto l’ambitissimo premio Nobel per la letteratura, ottenuto nel 1928. Lunga è stata la strada percorsa da questa scrittrice illustre, la quale ha vissuto a cavallo di due secoli, raccogliendo le tensioni culturali di più periodi fin da giovane, quando iniziava le sue prime pubblicazioni con lo pseudonimo di Ilia di Sant’Ismael.

Ha raccontato la Sardegna, la sua Sardegna, con personaggi drammatici come la sua prosa a volte intensamente lirica. Un legame cresciuto successivamente al trasferimento a Roma, dovuto al matrimonio. Sicuramente è stata questa distanza che ha generato la forza dei suoi romanzi, colpendo al cuore ancora oggi i lettori.

“Tu guardi la luna non per indovinare le ore, come tutti i pastori, ma con un sentimento grande.”

Massimo Fusai. Segui su Instagram.