Fiutando il vento

Fiutando il vento, di Maria Elisa Aloisi.
Fiutando il vento, di Maria Elisa Aloisi.

Fiutando il vento si recuperano storie e credenze popolari che, per quanto sopite dal nostro vivere moderno, possono ancora regalare molto. Il romanzo, in realtà, è difficilmente inquadrabile in un genere specifico (lo condivide anche l’autrice), casomai possiamo definire gli aspetti preponderanti di una storia complessa.

Un narratore molto particolare di nome Levante (“eufonia faunis”: scoprire cosa significa e chi è Levante diviene sicuramente uno degli aspetti fondamentali del libro), ci apre a una storia che parte da un processo per omicidio seguito da Bianca de Flor, avvocato che vive con un cane di nome Sirio (come se fosse proprio un fratello…) in una storica tenuta di famiglia. Intorno altri protagonisti, i quali paiono secondari ma invece creano, insieme a Bianca, un coro di vicende che li riguardano e conducono alla Catania del 1300 circa.

Il romanzo diviene anche una sorta di fantasy fuori dagli schemi classici (ma anche romance e avventura), senza elfi, orchi o reami in terre sconosciute. Gioca sfruttando la storia siciliana, quella di Catania e dintorni in particolare. Viene ricostruito l’antico territorio catanese, modificato nei secoli dalle tante eruzioni dell’Etna, e il significato di vari racconti popolari. Quindi troviamo le vicende di veri regnanti come Federico III d’Aragona, d’inquisitori a caccia di streghe inviati dal papato, di animali molto particolari, assieme a miti popolari siciliani fra cui quello che ci fossero uomini in grado di comandare i venti e suscitare burrasche, talmente creduta vera che perfino l’imperatore Carlo Magno promulgò un editto in tal senso.

Tutto questo, compreso l’omicidio iniziale, per arrivare a cosa? Ovviamente ve lo dice il romanzo, posso solo aggiungere che ha a che fare con il simbolo della Sicilia: la triscele.

Una donna avvocato come la protagonista:

Maria Elisa Aloisi è un avvocato catanese al suo primo scritto assoluto, questo ci spiega l’interesse di base per i processi. Questo spiega anche perché la protagonista, Bianca, sia pure lei un avvocato. Inizialmente il romanzo ha un impianto che richiama quelli di John Grishman, con un processo di tipo indiziario, ma come detto lo sviluppo segue altri fini. Autore e protagonsta divengono tutt’uno.

Un’altra scrittrice siciliana, un’altra esordiente che ha portato alla luce questa storia leggera, inquadrabile anche come letteratura per ragazzi e in tal senso sarebbe consigliabile.

Il libro è figlio di un concorso denominato “Premio Letterario il Borgo Italiano”, che ha quindi portato alla pubblicazione nel 2019. Non solo, l’autrice sta iniziando a riscuotere interesse e infatti ha anche ottenuto il premio “donna siciliana” per l’anno 2020. Insomma scrittrice minore che, piano piano, sta iniziando ad alzarsi in volo.

Cosa aggiungere oltre? Solo un avviso alle fanciulle che amano i fantasy: di non buttarsi nel pozzo di Gammazita… mi pare che si scriva proprio così.

Massimo Fusai. Segui su Instagram.

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