I viaggi segreti di Carlo Rossmann

I viaggi segreti di Carlo Rossmann, di Elena Corti.
I viaggi segreti di Carlo Rossmann, di Elena Corti.

I viaggi segreti di Carlo Rossmann. Chi è Carlo Rossmann? E di quali viaggi segreti si parla?

Carlo Rossmann è un uomo indefinito che vive da solo in compagnia di un gattone di nome Rufus, viene licenziato dall’amministrazione provinciale e inizia a cercare lavoro. Questa ricerca lo porta ad incontrare un’apparenza di mondo nuovo fuori dal suo ordinario, un caleidoscopio di persone improbabili ma non proprio, una varietà di lavori altrettanto fuori dal comune.

Eppure la prima pagina del romanzo mi aveva dato una curiosa sensazione di ambito fantozziano: l’impiegato, la sua scrivania nel seminterrato, i dirigenti nei piani alti (altissimi) con i loro uffici chiusi da porte in noce e la camera da letto all’interno, mancava l’acquario dove nuotavano i dipendenti meritevoli. Invece no, era solo l’esordio di una storia ai confini dell’assurdo o ai confini della realtà (di cui si citano i famosi telefilm).

Abbiamo accennato a un mondo nuovo, anzi direi parallelo. Impieghi stravaganti fatti di apparenza, di ambiti lavorativi pregni di termini roboanti che chiunque di noi conosce se sta all’interno di una azienda. Ditte che diversificano in modo illogico (ma sarà proprio illogico?) il loro business, come una società farmaceutica, dove tutti lavorano dalle sette alle ventidue, che gestisce anche un ristoro chiamato “il chiosco del pollo felice”. Ma non è solo questo, è anche l’immissione in un contesto di anagrammi che divengono sinonimo in una similitudine di tutto un macrocosmo in cui personaggi come Kurtz spadroneggiano e “ce n’è di gente strana”.

Poi jack, l’inconscio di Carlo, con cui parla di viaggi, gli Stati Uniti o la Polonia, eccetera. Ma jack lo chiama Chris anziché Carlo. Carlo non capisce il motivo di venire chiamato con un altro nome anche se è Chris che sul parapetto del ponte guarda il giungere dell’alba.

Elena Corti.

È una esordiente di indubbia qualità e capacità. Ha messo in piedi un testo originalissimo, eclettico e divertente, al limite del grottesco, sottile e se vogliamo anche amaro, con un tocco personale che non la fa somigliare a niente e a nessuna.

In modo ironico si sottolinea e rappresenta un mondo contraddittorio ma concreto, composto da: impieghi temporanei e dequalificati, in cui lo sfruttamento e l’umiliazione sono il nuovo principio morale, in cui la giustificazione che “il lavoro nobilita…” (parafrasando la nota scritta all’ingresso di Auschwitz) non è altro che l’estremizzazione dell’idea del nuovo lager, in cui l’illegalità e le furberie sono status.

Fioccano le citazioni in questo testo, da quelle cinematografiche (Frankenstein junior o Apocalypse now per esempio) ad altre più letterarie, partendo proprio dal nome non casuale del protagonista… Complimenti veramente all’autrice per l’abilità nel somministrarle al lettore.

Una piccola nota curiosa: casualmente conosco il titolo originale di questa opera, ovvero quello con cui è stato presentato agli editori. Quel titolo è stato cambiato da chi lo ha pubblicato, per motivi che non possiamo discutere in questo contesto. Eppure, dopo averlo letto tutto, devo ammettere che sarebbe stato perfettamente calzante, ironico e fuori dagli schemi come l’intero romanzo.

Come? Volete sapere quel titolo? Purtroppo non posso dirvelo “e adesso al lavoro scellerati che non siete altro!”

Massimo Fusai. Segui su Instagram.

4 Risposte a “I viaggi segreti di Carlo Rossmann”

  1. Già ero curiosa di leggere il libro che ha vinto l’edizione 2018 del concorso di IoScritore, ma ora dopo aver letto questa perfetta recensione, non ho dubbi.
    Lo leggerò. Grazie Massimo e complimenti a Elena.

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