il grande Gatsby

Il grande Gatsby, di Francis Scott Fitzgerald.
Il grande Gatsby, di Francis Scott Fitzgerald.

Gatsby rappresentava tutto ciò per cui aveva uno spontaneo disprezzo. Nick Carraway voleva studiare tecnica bancaria e abitava a West Egg, nell’area di Long Island, con un affitto di ottanta dollari al mese, strizzato fra due enormi proprietà e quella alla destra era colossale, si trattava della villa di Gatsby. Lo vide una sera per caso, come una figura emersa dall’ombra della villa, stava con le mani in tasca a osservare il pepe argenteo delle stelle.

Le voci dicevano che Gatsby fosse il nipote del kaiser Guglielmo, da cui pensavano venisse tutto quel denaro. Qualcuno sosteneva che avesse ucciso un uomo. Nelle notti d’estate la musica giungeva dalla sua casa, uomini e ragazze andavano e venivano come falene tra sussurri champagne e le stelle. Due motoscafi fendevano le acque e tante automobili riempivano il viale della villa. Buffet sfavillanti di antipasti e altro cibo, mentre nella sala principale dominava un bar rifornito di gin e liquori di ogni specie.

La prima sera che Nick andò da Gatsby era uno dei pochi ospiti effettivamente invitato, gli altri ci andavano e basta. Un autista in uniforme azzurra si era presentato con un biglietto formale firmato con grafia maestosa Jay Gatsby. Durante un momento della festa un uomo si avvicinò a Nick e sorrise. Sono io Gatsby, disse all’improvviso.

Grande non solo Gatsby ma anche il romanzo:

Una storia d’amore, questo l’aspetto esteriore di uno dei più grandi romanzi del novecento. Una storia d’amore che non ha tinte rosa o meglio ancora che non affonda nei sentimenti profondi. Questo dettaglio potrebbe già definire di per sé il distinguo fra uno scrittore e una scrittrice. Non fraintendetemi, non sto definendo categorie e nemmeno dando valori, resta il fatto che si può parlare di una storia d’amore per rappresentare anche ben altro. Il misterioso Jay Gatsby, un uomo che disegna in toto la solitudine e l’illusione d’illudere. Un personaggio impeccabile, apparentemente perfetto ma dietro l’apparenza si trova la realtà, dietro le luci abbaglianti delle sue feste le ombre.

Ecco, l’elemento esteriore del romanzo è la storia d’amore dietro cosa troviamo? Gli anni venti della nuova America uscita dalla prima guerra mondiale, dell’età del Jazz e dei nuovi ricchi e non a caso il narratore, ovvero Nick, è interessato all’intermediazione finanziaria. Parla di società e di differenze. Tratta del sogno americano, definibile nel riscatto sociale capace di condurre al successo ma anche alla parabola discendente. Alle trappole dei fantasmi del passato che non sono per forza di cose tragici, caso mai il miraggio di una perfezione che non può essere ripetuta. Così Jay Gatsby insegue questo passato, perché crede fortemente che possa ripetersi, che i tormenti derivanti dal passato vengano placati recuperarndolo in qualche maniera. Invece no, l’autore impiega l’intero romanzo per fornirci l’insegnamento che il passato non può tornare o essere riproposto.

Il romanzo si sviluppa lento, con una lunga introduzione sulla vita newyorchese di Nick Carraway, la cugina Daisy e il marito Tom. Uno schema letterario che oggi non troviamo su nessun romanzo, più imperniati sul ritmo. Anche le due versioni cinematografiche hanno ritmi lenti, in particolare la prima con gatsby interpretato da Robert Redford e infatti rammento di averlo considerato un film noiosissimo, ma ero troppo piccolo per apprezzare quella storia.

Uno scrittore sceneggiatore:

In questo romanzo la figura narrante di Nick Carraway rappresenta Francis Scott Fitzgerald, uno fra i maggiori autori dell’Età del jazz o anche come vengono definiti i ruggenti anni Venti. Nato alla fine del 1800 cresce con una educazione cattolica che lo ha portato a inserire elementi moralistici di carattere generale e non di tipo bigotto. Dopo l’intervento degli Stati Uniti nella prima guerra si arruolò volontario ma senza mai trovarsi impegnato al fronte. Però l’idea della guerra è presente e infatti permea il filo conduttore del romanzo “il grande Gatsby”, poi pubblicato nel 1925 e quindi una storia a lui contemporanea.

La prima edizione italiana venne del 1936 con il titolo “Gatsby il magnifico”. Francis Scott Fitzgerald è stato uno scrittore prolifico, non certo legato alle sorti di un unico romanzo, infatti ha portato alla luce molti titoli celebri da cui sono stati tratti altrettanti film, come: Tenera è la notte, Di qua dal Paradiso, Belli e dannati, Gli ultimi fuochi. A proposito di film, forse pochi sanno che il “Il Curioso Caso di Benjamin Button” è stato tratto da un racconto di Fitzgerald.

“Barche contro corrente, riportati incessantemente nel passato.”

Massimo Fusai. Segui su Instagram.