Il mostro del lodigiano

Il mostro del lodigiano, di Marina Bertamoni.
Il mostro del lodigiano, di Marina Bertamoni.

Il mostro del lodigiano chi potrebbe veramente essere?

Luce Frambelli non si presentò alla signora Marchionni come persona della polizia, per timore che creasse una inconscia paura di parlare, comunicò solo di essere una giornalista del “cittadino”. Voleva intervistare (interrogare) il fratello Bassiano Marchionni, per un gesto di eroismo da lui compiuto negli anni ottanta, gettandosi nel tor a i rapporti fra i due sono pessimi e la signora non sa più nulla del fratello. Non sempre rimestare nel passato è la cosa giusta da fare, disse la donna.

Poche settimane dopo il lookdown. Siamo nei primi mesi del 2020 e il terribile contagio di Wuhan è giunto fino a noi, prendendo possesso del lodigiano e di Codogno. A causa di ciò Luce non può tornare dalla signora Marchionni e la cosa le crea disturbo, in quanto dietro c’è una vicenda che le interessa. Ma nonostante tutto sia fermo, per la polizia il lavoro non ha tregua. Un nuovo caso: una ragazza di sedici anni scomparsa nella notte fra il 15 e il 16 marzo. Di nome fa Annarita e frequenta la classe terza all’istituto Bassi di Lodi. Il padre, Ernesto Ghigliozzi, lavora come l’ambulante nei mercati rionali. Qualcuno racconta che non fosse la prima volta che mancava così da casa.

Quale mostro:

La scomparsa di una minorenne di nome Annarita. Nessuno l’ha vista e nemmeno le telecamere poste nei punti strategici del lodigiano hanno registrato il suo passaggio. Sparita, in pieno lookdown, dove tutto è fermo e in giro non c’è un’anima. Una ragazzina presente sui social con tutte le inconcludenti e stupide futilità dei giovanissimi e le cui pagine strappate del diario aprono gli occhi verso altre realtà.

Questo il filo conduttore di un romanzo che s’ispira al giallo per virare sul noire. Una indagine, come è tipico per questo genere di romanzi, che si insinua negli equilibri nascosti della provincia e delle persone. Con una donna protagonista, l’ispettrice Luce Frambelli, capace di andare oltre utilizzando metodi non convenzionali, che tiene a bada la sua ansia con lunghe passeggiate che la curano meglio di qualunque farmaco.

Il giallo, l’inchiesta di polizia e nel mezzo, come la granella di pistacchio in un dolce, una vicenda in cui la protagonista si rivela molto coinvolta. Un aspetto che implica in lei una forte partecipazione, pur lasciandola lucida di svolgere il suo lavoro. Nell’economia del romanzo, questo dettaglio che esce dal solco della storia principale, arricchisce e crea interesse (a parere mio si tratta di una componente molto intrigante del libro), in caso contrario sarebbe risultato un semplicissimo giallo e invece . Tutto intorno il mondo dei colleghi poliziotti: il sovrintendente Calligaris; L’ispettore capo Pasquale Campiglio dalla mole ragguardevole; Il vicequestore Bentivoglio, che nella solitudine beve qualche goccetto, perché preoccupato per la figlia ricoverata.

L’ambientazione è posta nel lodigiano, fra Castiglione d’Adda e Codogno e il contesto ci riporta a eventi recenti. Siamo durante il primo duro lookdown del 2020, in pieno avvio della pandemia terribile, quello dove la gente si metteva al balcone ad applaudire, appendendo cartelli con la scritta “andrà tutto bene”. Molti, io compreso, stavamo chiusi in casa, ma tanti altri dovevano uscire in quanto il lavoro non permetteva soluzioni diverse.

Intorno i mostri:

Il virus è il lookdown ha ispirato molti autori di vario genere, ammettiamolo forse troppi. In questo però non abbiamo un romanzo sulla pandemia, inteso come elemento principale, casomai diviene il contesto che giustifica la storia e ne rappresenta le difficoltà. Una specie di fotografia panoramica di quel contorno quotidiano che in un romanzo deve sempre esserci, perché chi sta in primo piano è la protagonista e l’indagine.

Marina Bertamoni è una scrittrice milanese dedita ai romanzi e racconti di genere giallo o noire. Laureata in Scienze Geologiche, ha un trascorso lavorativo in una multinazionale del settore energetico. Non è una novizia, ha già all’attivo diverse pubblicazioni, alcune delle quali hanno raggiunto l’onore di un premio letterario, e queste sono soddisfazioni grandi per chi scrive. Il romanzo in questione era nato con un titolo diverso, modificato poi all’atto della pubblicazione, condizione comune di tanti lavori.

La sua figlia letteraria è Luce Frambelli, un personaggio seriale come è abbastanza tipico per autori di genere. Infatti l’ispettrice della Questura di Lodi è stata protagonista di altri romanzi, che per altro cita in questa storia (un vezzo che ho notato in alcuni scrittori). Tutti romanzi editi da Fratelli Frilli Editori, con le loro copertine caratteristiche tratte da immagini fotografiche.

Se sporgessi denuncia dovrei confessare di stare indagando da mesi fuori da qualsiasi regola.

Massimo Fusai. Segui su Instagram.