Il signore degli anelli

Il signore degli anelli, di John Ronald Reuel Tolkien.
Il signore degli anelli, di John Ronald Reuel Tolkien.

Il signore degli anelli è colui che possiede l’unico anello, quello che potrebbe controllare gli altri anelli donati a uomini, elfi e nani. L’anello del potere creato da Sauron, il malvagio oscuro signore di Mordor, per dominarli tutti.

L’anello viene perso da Sauron dopo una epica battaglia e, di mano in mano, giunge a essere posseduto da un personaggio improbabile: un Hobbit della Contea. I tempi mutano, il signore oscuro recupera il potere ed è richiamato dall’anello.

Una compagnia di persone s’impegna nel difficile compito di portare l’anello al monte fato e distruggerlo per porre fine al regno di Sauron, che con i suoi orchi genera terrore e guerre sanguinose nella terra di Mezzo.

Fare un breve riassunto di questa storia è difficile. Un romanzo complesso, composto da tre libri corposi che seguono un vasto intreccio di vicende assolutamente da leggere: La compagnia dell’anello – Le due torri – Il ritorno del re.

Il signore degli anelli versione vecchia e nuova:

Io ho ritrovato una vecchia edizione italiana, una traduzione che oggi ha generato molte critiche e polemiche, al punto tale che si è arrivati a una nuova e completa traduzione, anche se sia la sostanza sia i dettagli delle vicende non cambiano.

Sulla polemica, riguardo alla vecchia versione, non entro nel merito, però non nasce a caso. L’autore era un filologo, linguista e glottoteta, ha inventato nientemeno che delle lingue per scrivere quest’opera, un mito storico, nomi e figure associate. È comprensibile che le traduzioni possano essere riviste e studiate nuovamente. Nulla di male, dipende da come.

La mia opinione però è quella che se avete una vecchia edizione del Signore degli anelli, tenetela, perché ha un suo valore. Infatti leggerete cambiati molti nomi e toponimi, non troverete più il termine “orchetti”, Samvise diventa “Samplicio” e la locanda del puledro impennato muta in “Cavallino Inalberato”, eccetera, eccetera.

Un passaggio che ha attualizzato la lettura, portando una struttura dall’impronta più epica e aulica (la vecchia traduzione) a una maggiormente vicina a all’idea young-adult.

Cosa ne penso.

Mi è difficile dare una opinione vera su questo cambio strutturale. Sicuramente l’italianizzare, in alcuni casi, i nomi e altro potrebbe creare confusione, in particolare verso i giovani che approcceranno alla lettura, in quanto avranno già visto la monumentale versione cinematografica, in cui tutto segue l’edizione vecchia. Insomma, decine di ore di film in cui si conosce Samvise Gamgee, per tornare all’esempio citato sopra, e poi nel libro Samplicio? Per non parlare di Aragorn, che da ramingo diviene forestale.

Tutto il rispetto per Associazione italiana studi torlkieniani, la quale spiega dettagliatamente le ragioni della validità in merito alla nuova traduzione e ammetto di non avere titolo per sostenere che non abbiano ragione e motivo. Però condivido in pieno l’opinione di Cesare Catà, che commenta: “E se certo è più corretto tradurre dicendo che Aragorn milita nei Forestali, tuttavia per un attimo, leggendo, rischi di non sentirti più nella Terra di Mezzo, bensì nell’ultima puntata di Un passo dal cielo insieme a Terence Hill.”

In tutto questo vi lascio con il celebre passo della poesia dell’anello, quello più importante, in cui descrive la sua potenza.

Un Anello per domarli, un Anello per trovarli, Un Anello per ghermirli e nel buio incatenarli.

A voi lascio la curiosità di scoprire come è stata cambiata.

Massimo Fusai. Segui su Instagram.