Il valore affettivo

Il valore affettivo, di Nicoletta Verna.
Il valore affettivo, di Nicoletta Verna.

Il valore affettivo è insito nelle cose, negli oggetti che le persone morte lasciano. Oggetti che restano e rappresentano la loro vita a chi rimane. Oggetti stabili nel magma incomprensibile della memoria e che magari non sono nemmeno tuoi, come una “Barbie magia nei capelli” per Bianca.

Una madre che aveva cercato di uccidersi alcune volte dopo la morte di Stella a quattordici anni. Stella era una ragazzina speciale, dai sentimenti positivi e sapeva mantenere le promesse. La sua felicità era indispensabile per tanti e soprattutto per Bianca. L’infermiera faceva segno che poteva entrare. Lei, bianca, era l’unica bambina rimasta.

Bianca è cresciuta e vive con Carlo, cardiochirurgo. Di lavoro sbobina interviste e nella vita non è una persona fantasiosa. Ogni notte fa lo stesso sogno, piove e uccide Stella, la sorella. Crescere, prendere il posto della madre per superare il dolore, non era tristezza era il contrario della vita, solo rifiuti da separare in maniera precisa: organico, plastica, generico. Tutto quello che si decomporrà in una riva africana lontanissima o che sopravvivrà a noi.

Un grande esordio affettivo:

Un esordio letterario. Di più, un grande esordio di una scrittrice che ha sviluppato un testo sinuoso, all’interno di una storia familiare guidata secondo il punto di vista di Bianca, la protagonista ufficiale del libro. Sì, ufficiale, perché ufficiosamente troviamo la sorella Stella che aleggia in ogni capitolo, in modo costante e diretto. Che la famiglia possa essere il luogo della colpa e che tutto dipenda dai genitori non è mai detto, di sicuro tutto il contesto porta a divenire ciò che si è.

Ho letto la storia di una costruzione, più precisamente una ricostruzione, quella sfida complessa che si mette in atto quando viene a mancare un punto di riferimento e, a vario titolo, si cercano forme di controllo della propria vita. In particolare se quei punti di riferimento primari cedono il passo e rischi di vivere il dubbio di non essere all’altezza.

Tanti gli ambiti in cui si misura la protagonista ufficiale, tanti i temi forti che vengono affrontati nel testo. La televisione spazzatura, dettata dai canali commerciali che propinano reality di ogni genere, poi gli anni ottanta della vacuità, per giungere alle questioni più stringenti relative alla procreazione assistita degli anni attuali. In questo crogiuolo l’assoluta voglia di avere sotto controllo il mondo separando la spazzatura.

L’ambientazione è duplice: Lombardia e Roma. Mentre per l’ambientazione settentrionale la storia si muove scivolando sopra quelle strade e le località, per quanto riguarda Roma abbiamo una rappresentazione fatta per dettagli, cartoline che la raffigurano in una perfezione ideale e cinematografica.

L’autrice:

Nicoletta Verna, un esordio con i fuochi d’artificio, l’ho accennato prima. Scrittrice forlivese di origine ma fiorentina per necessità della vita. Come lavoro si occupa di comunicazione e web marketing e qualche elemento nel romanzo lo denuncia, i focus group. Si tratta del suo primo romanzo ufficiale, risultato di una bellissima menzione speciale al premio Calvino del 2020. Alle spalle solo qualche saggio specialistico sui media e comunicazione. Sono convinto che avrà molto futuro in ambito letterario.

“Il buio sparisce subito, non si può avere paura di un qualcosa che si rompe facilmente”.

Massimo Fusai. Segui su Instagram.