La solitudine dei numeri primi

La solitudine dei numeri primi, di Paolo Giordano.
La solitudine dei numeri primi, di Paolo Giordano.

La solitudine dei numeri primi non è solo un titolo ad effetto è una realtà matematica, in quanto il numero primo ha una forte particolarità che lo distingue e allontana da tutti gli altri numeri.

Mattia è un ragazzino molto intelligente e dotato, ma abbandona la sorellina piccola. Alice a causa di un incidente con gli sci rimane zoppa per sempre. Questi fatti condizionano i due protagonisti a tal punto da rendere difficile la loro vita.

Alice e Mattia si conoscono che sono adolescenti, anzi si riconoscono nella loro essenza. L’incontro avviene durante una festa. Il loro legame in realtà diviene problematico e la vita li allontana: lui dopo la laurea in una cattedra nel nord Europa, lei sposandosi con un giovane medico conosciuto durante la grave malattia della madre.

I due si ritroveranno ma il loro essere, il loro rapporto problematico, li porterà a non avvicinarsi mai completamente, vicini ma quanto basta per essere lontani, come numeri primi gemelli.

I numeri primi:

I numeri primi sono quei numeri naturali maggiori di uno che sono divisibili soltanto per sé stessi e per uno. Fra i numeri primi ne troviamo uno particolarissimo che è il 2, unico numero primo di valore pari, tutti gli altri sono dispari. Quindi numeri che hanno una unicità che li rende per certi versi solitari.

I numeri primi gemelli sono numeri primi vicini fra loro ma separati da una sola unità, ad esempio il 5 con il 7 (separati dal 6), oppure l’11 con il 13 e così via. I numeri primi sono già di per sé particolari, questi ancora di più in quanto prossimi ad essere vicini ma non abbastanza.

Quindi i due protagonisti sono come numeri primi gemelli. Sono dispari, si avvicinano ma non possono essere contigui, non hanno la possibilità di dividersi con altri e si bastano da se stessi. In più hanno solo la sofferenza, che non può essere dei numeri.

Il libro:

Personalmente ritengo condivisibile la battuta dell’autore circa il successo del libro, dovuto più ad una copertina molto intrigante e attrattiva. Sicuramente la copertina, oramai celebre, stimola molto più del contenuto e ha contribuito alle alte vendite.

Ovviamente non è una critica spicciola, è più un dato di fatto in quanto le valutazioni dei semplici lettori sono generalmente più modeste di quelle degli addetti al settore, infatti il romanzo ha vinto sia il “premio Strega” che “Campiello opera prima”. Solo questo dettaglio ci dice che è impossibile non parlare di questo romanzo.

Paolo Giordano è un Dottore in fisica e scrittore di origini torinesi. Anche lui ha fatto un passaggio attraverso i corsi della notissima scuola Holden, dove pare abbia poi conosciuto chi lo ha accompagnato alla pubblicazione. Sicuramente la bravura viene giustamente premiata, ma è vero anche che un po’ di fortuna nelle conoscenze aiuta molto. Senza questo piccolo intreccio probabilmente non avremmo forse mai trattato di questo romanzo.

Molti bravi autori infatti sono ancora degli sconosciuti, oppure si sono accontentati di una misera autopubblicazione solo perché d’incontri importanti non ne hanno mai fatti.

Massimo Fusai. Segui su Instagram.

Una risposta a “La solitudine dei numeri primi”

  1. Questo “libro” é talmente nauseante che non mi risparmio
    Il film lo vidi per primo é una boiata. Poi scoprii che veniva da un libro , lo lessi (on line) : una vaccata memorabile, solo il titolo é originale
    La copertina? Brutta.
    Adesso scopro anche da Lei che ha vinto lo Strega e il Campiello, é sicuro? mi spacco dal ridere
    Apprendo anche che l’autore ha frequentato la scuola Holden… ah ecco …si spiega.
    Probabilmente? Sicuramente
    Come dice un amico finalista a uno Strega (Bah!…anche lui… uhm) i concorsi sono un troaio Lo Strega piu di tutti é un in-house job.
    Non sono aggiornata suii nuovi autori italiani ma se La solitudine li rappresenta ben venga la “misera” autopubblicazione

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