Il camaleonte ha tante caratteristiche, dalla lingua appiccicosa ad avere gli occhi indipendenti e soprattutto quella di cambiare apparenza con l’ambiente, tanto da far credere ad una vera e propria trasparenza del camaleonte.
Carminia non è come tutti gli altri e lo capisce, la gente la disturba, non guarda le persone negli occhi . Non ha più sua madre vicina, non sa dov’è e perché l’ha lasciata ma non è morta, sua nonna l’ha cresciuta e condotta ad essere indipendente. Deve il proprio nome al ricordo di sua madre del marito Carmine.
Tutte le cose devono avere un ordine preciso, dalle pantofole davanti al letto alla disposizione dei vestiti da indossare. Ogni giorno della settimana perfettamente definito e anche le piccole diversità descrivono un quadro immobile in cui la protagonista riesce a mimetizzarsi.
Per Carminia il luogo migliore dove stare, oltre che a casa, è l’archivio dove lavora, perché là tutto è in ordine e a posto. La casa è un guscio, fuori solo pazzi furiosi, gente che fa cose senza senso. fingere che tutto vada bene, recitare una parte: diventare trasparente come il camaleonte.
Poi i terapisti e le loro domande professionali inutili. Lunghi passaggi per capire chi si è veramente e perché.
Il camaleonte come disturbo.
la sindrome di Asperger è caratterizzata da un insieme di sintomi, fra cui modelli comportamentali stereotipati, attività e interessi limitati ma seguiti in maniera praticamente ossessiva; difficoltà nelle interazioni sociali anche le più banali, ma nessun ritardo vero e proprio. Viene considerato un disturbo inserito nell’ambito dell’autismo anche se non presenta quelle evidenze legate ad altre situazioni relative a limiti grossi del neurosviluppo. Greta Thunberg è una delle persone più note affetta proprio da sindrome di Asperger.
Alcuni romanzi parlano di malattia, di disagio mentale che può indurre a un palese disagio sociale. Ho avuto l’opportunità di leggerne alcuni e di parlarne fra queste pagine del mio blog. Sono romanzi difficili da scrivere e non solo per la complessità del tema dal punto di vista medico o psichiatrico, sono difficili perché l’errore più facile in cui imbattersi e la banalizzazione dell’argomento, che rischierebbe di non far capire veramente l’io particolare di un simile personaggio o, nel peggiore dei casi, di renderlo ridicolo e falso.
Sono anche libri non semplici da leggere, bisogna saperlo ammettere, in quanto le cose non stanno così in superficie e non possono essere inquadrate come storie d’evasione leggera. I doni della mente, come i suoi malumori, si pongono sempre nel profondo e vanno recuperati con pazienza.
Questa storia è la dolce e sincera riscoperta di se stessa da parte della protagonista, perché chi ha la sindrome di Asperger capisce tutto, non è uno stupido, non vi è demenza, ma solo una difficoltà da fare propria e gestire.
Anita Pulvirenti, palermitana trapiantata a Catania, blogger e scrittrice, è sempre stata immersa nel mondo dei libri e delle recensioni, fino a riuscire ad esordire in una maniera veramente superba con la DeA, grazie ad una menzione speciale al concorso “Fai viaggiare la tua storia”. Sappiamo abbastanza poco di questa scrittrice siciliana (quanto sono bravi in Sicilia a scrivere), ma forse la cosa non è particolarmente fondamentale, ciò che ci rasserena è avere un’altra voce letteraria di vero interesse.
“La persona giusta sono soltanto io” ed è assolutamente vero.