Le terre promesse

Le terre promesse, Jean-Michel Guenassia.
Le terre promesse, Jean-Michel Guenassia.

Le terre promesse possono essere molte. Sono quelle che ognuno cerca nella propria vita. Promessa di pace interiore. Siamo in Francia, a Parigi negli anni sessanta. Michel Marini ha diciassette anni, il rapporto con la madre non è buono, hanno lo stesso carattere ma modi di pensare opposti. A Michel piace la fotografia, ha una Leica regalatagli tempo prima da Sasha, un profugo russo fuggito alle persecuzioni staliniste e ora suicidatosi.

I genitori sono separati per causa del fratello. Lui è in affido alla madre ma riesce a vivere con il padre che ha ricostruito una nuova esistenza con un’altra donna. Vorrebbe ritrovare Cécile lasciata dal fratello in fuga per parlarle, poi raggiungere Camille che ha lasciato la Francia per vivere in Israele ma lui non è maggiorenne.

Il fratello Frank è scomparso, è ricercato dalla polizia dopo aver disertato dalla guerra d’Algeria uccidendo un ufficiale. Lo ha aiutato nella fuga il padre Paul Marini, che lo ha accompagnato in Olanda per imbarcarsi di nascosto, dopo avergli regalato un quadrifoglio portafortuna trovato nel terreno ghiacciato dello Stalag IIB durante la prigionia in Pomerania. Frank vuole tornare in Algeria e contribuire all’indipendenza e ritrovare Jamila che ha lasciato incinta.

Igor è russo, aveva preso in simpatia il giovane Michel e aveva ricevuto da lui una borsa beige per il funerale di Sasha. Igor viene accusato della morte del fratello Sasha. Il mondo intero sapeva che si trattava di suicidio, per la vita terribile che aveva avuto nella madre patria, per il suo ruolo nel KGB, per tutte le persone che aveva contribuito a fare sparire, fisicamente e nelle immagini ufficiali. Nella borsa beige la confessione ma i poliziotti non ascoltavano.

La terra e la promessa:

Lapalissiano: la terra promessa è quella dove possiamo vivere in pace e ogni singola persona ha l’obiettivo, o il miraggio, di poterla raggiungere. Quindi le terre promesse sono molte, forse una per ogni pensiero che scaturisce la nostra mente, forse una per ogni nostra necessità, con sicurezza una per ogni persona. La terra promessa può essere territorio geografico, nel senso spicciolo del termine, oppure può essere espressione di desiderio, un’aspettativa. Anche l’amore è una terra promessa, ma può rimanere solo una promessa.

Un romanzo complesso ma non difficile, tutt’altro. Una storia che coinvolge tante storie e ognuna ha senso se inquadrata nella ricerca di un punto di arrivo, che pare spesso non essere mai raggiunto. Proprio come un miraggio nel deserto della vita. Un romanzo articolato, scritto da un autore non banale. Più di seicento pagine che ci restituiscono la consapevolezza che potremmo anche perderci nel mare dell’esistenza, però la rotta sta nel nostro cuore.

Di questo autore avevo già letto “il club degli inguaribili ottimisti”, un libro che mi aveva affascinato sia per la struttura letteraria sia per la storia. Lo potete trovare pubblicato ancora oggi in nuove edizioni, in quanto il successo ottenuto è stato enorme. Questo secondo romanzo è la sua naturale prosecuzione, non solo per la presenza del giovane protagonista Michel, lo è per l’evoluzione che rappresenta.

Forse questo non è così perfetto come il primo citato, pur essendo alto il livello e coinvolgente la storia, in quanto i frequenti riferimenti al precedente libro possono lasciare disorientato un nuovo lettore. Degno di nota è invece lo schema, impostato su perfetti cambi dalla prima persona del protagonista alla terza onnisciente e chi osa sostenere che la soluzione non regge forse non ha idea di cosa si parla.

Jean Michel Guenassia, un avvocato francese con la passione della scrittura. È nato ad Algeri nel 1950, quando ancora quel paese era sotto il dominio francese ed è un aspetto che segnerà molto il suo percorso di scrittore. L’esordio nel 2009, con un romanzo molto stimolante intitolato “Il club degli incorreggibili ottimisti” alla bellissima età di cinquantanove anni. Sì, avete letto bene, a dimostrazione che conta cosa si scrive e non quando.

“È una prova terribile, soltanto coloro la cui fede è senza macchia conosceranno la Terra promessa”.

Massimo Fusai. Segui su Instagram.