L’età fragile non è un periodo definito, si è fragili quando ci si trova indifesi, da giovani in particolare.
Il disordine che Lucia trova al mattino le ricorda che non è più sola a casa: un residuo di bevanda nel bicchiere, la coperta ammucchiata in un angolo. Milano o niente, diceva la figlia Amanda, e niente era il paese. A Milano doveva studiare scienze internazionali e istituzioni europee. Un anno e mezzo dopo era salita su uno degli ultimi treni, poi la pandemia non avrebbe dato più la possibilità lasciare Milano o qualunque altra parte d’Italia. Si accerta che nel frigo ci sia sempre qualcosa di nutriente, è sempre stata magra sua figlia Amanda. Il suo telefono spento si trova sotto la coperta. Oggi vado dal nonno, le scrive su di un foglio, poi ci aggiunge un cuore che subito cancella.
Il padre di Lucia abita a metà strada fra il paese e la montagna, vuole portarla a vedere un posto che lei conosce bene. Salgono in auto a bordo della vecchia Brava, le curve lungo la strada, luoghi dove era stata bambina. L’insegna del campeggio ha perso qualche lettera, i rovi si avvitano al cancello chiuso. Le piazzole per le tende non si distinguono più. Il padre l’avvisa che, dopo che lui sarà morto, ogni cosa diverrà sua come il bosco nei pressi. A Lucia non interessa, ma capisce che diventerà la proprietaria per forza. Decisioni già prese che non può cambiare.
La vita è fragile:
La figlia di Lucia, Amanda, è rientrate a casa da Milano a causa della pandemia e delle chiusure conseguenti, che da lì a poco sarebbero state operate in tutta Europa. I silenzi di Amanda sono difficili da capire, un chiudersi che le fa intuire che qualcosa sia successo a Milano. In più le cose non sono così lisce fra lei e il marito, la separazione è una opzione inevitabile. Dalle conseguenze non può tenere fuori Amanda, anche se vorrebbe proteggerla. Ma proteggere è una cosa difficile da concretizzare, in quanto le esperienze possono portare a errori e obbligare a imparare.
Lucia lo sa bene e ancora di più le torna alla memoria quando il vecchio padre la conduce al campeggio montano in disuso, presso il Dente del Lupo. Gli anni della giovinezza, l’amicizia con Doralice, Siamo nel 1997 e una tragedia segnò la vita di tanti, compresa quella della protagonista. I ruderi di quel campeggio sono tornati alla ribalta per interessi speculativi da parte di una società che vorrebbe utilizzare quei terreni, come torna alla ribalta quel passato che tutti hanno cercato da cancellare.
Per questo si scopre che si può essere fragili in più occasioni: di fronte all’inesperienza oppure all’inevitabile, come si può essere fragili persino al cospetto delle cattiverie dell’uomo. È fragile Amanda, che è rientrata da Milano con qualche peso che non confida; è fragile Lucia al cospetto delle difficoltà e del ricordo, forse anche dal rimorso.
Un libro affatto fragile
Un romanzo diviso in cinque parti, che identificano le fasi fondamentali della storia a partire proprio dal ritorno della figlia Amanda e poi il Dente del Lupo. Un romanzo che racconta una storia difficile e una terra difficile, che pareva proiettarsi alla modernità ma viene offuscata da gesti umani miseri e selvaggi. La fragilità di chi scopre l’inadeguatezza davanti alla realtà. Tutto scritto con uno stile diretto ed essenziale, mai duro o eccessivo nonostante le situazioni. Pagine che espongono giusto quello che serve per rappresentare il contesto, a immergersi ci pensa il lettore seguendo la storia.
Donatella di Pietrantonio, dentista pediatrico e scrittrice abruzzese. La terra d’origine è sempre presente in modo sostanziale nelle sue opere, compresa questa. Storie abruzzesi fatte di vite semplici e complesse allo stesso modo, vicende ben definite e sovrabbondanti, con profondi inserimenti psicologici. Nonostante la sua presenza letteraria sia abbastanza recente, ha ottenuto numerosi riconoscimenti e segnalazioni, premio campiello con L’Arminuta e presenze al premio strega (addirittura seconda nel 2021 con “Borgo Sud”). Anche per quest’ultimo lavoro, l’età fragile, è giunta la vittoria al premio Strega 2024. Insomma, qualità altissima senza ombra di dubbio.
Ho addomesticato la paura che avevo all’inizio per lei. Un posto che aveva tanto desiderato non poteva farle del male.