Marea tossica

Marea Tossica, Michele Catozzi.
Marea Tossica, Michele Catozzi.

Esiste la marea tossica e non riguarda solo l’inquinamento ambientale.

Un lancione granturismo, del tipo che portano i turisti nella romantica Venezia, sperona lungo il canale di San Secondo un ex-taxi acqueo rimesso a nuovo, tutto questo alla luce incerta del crepuscolo nel novembre del 2012. Il 2 gennaio 2013, invece, la mano di un cadavere misterioso sbucava da un terreno intriso di scorie, su di un’area da bonificare di quello che era il grande Petrolchimico di Porto Marghera.

Il commissario Nicola Aldani, coadiuvato dall’ispettore capo Manin, si trova fra le mani un caso veramente strano in un luogo iconico per la storia veneziana e industriale italiana. Il cadavere è una persona anziana di oltre settant’anni che pare nessuno riconosca. “Un morto senza nome è un fallimento… ancor prima di un morto senza colpevole”.

Un romanzo poliziesco, un giallo. Sì, ma non di quelli classici in stile supereroe della giustizia, infatti non siamo nella New York noire dominata da gang o sulle strade della California sopra auto potenti all’inseguimento scontato di criminali. Siamo nella Venezia odierna, pervasi del nostro stile all’italiana, con il contorno di mostri industriali che hanno deturpato, non solo dal punto di vista paesaggistico, un’area costiera preziosa.

La marea tossica del Petrolchimico:

Un romanzo che oltre a essere l’esposizione di un’indagine avvincente e precisa, è anche un’immersione seria nella storia industriale e della chimica italiana. Montedison, Enichem, Enimont: tutti nomi che hanno segnato, nel bene e nel male, vicende importanti della nostra Italia, dai grandi fallimenti a tangentopoli, dai problemi ambientali al rischio di disastri simili a Bophal in India ed evitati per miracolo. Da segnalare tutta la precisa e curata descrizione dell’intera area industriale, dedita anche alla produzione di polimeri per la creazione di materie plastiche.

Michele Catozzi è quello che si dice uno scrittore dalla penna intrigante, anche se oggi la stilografica non la usa più nessuno. “Marea tossica” è il terzo romanzo della serie, edita dalla TEA, del commissario Aldani. Un commissario che sta ricevendo buoni risultati fra i lettori fin dal suo esordio nel 2015 con il primo romanzo ufficiale. Sì, perché Michele Catozzi non è più uno scrittore esordiente ma ha guadagnato, con pieno merito, una posizione stabile nel panorama letterario nazionale. Non lo troverete nei talk show nazionali come altri scrittori molto più noti, però possiamo affermare che oramai ha fatto il salto definitivo nell’area più nobile del mondo degli scrittori.

Michele Catozzi è un veneto nato a Mestre. Dai suoi romanzi si vede fin troppo bene che ha Venezia nel cuore e non solo, mostrando passione e amore per un’intera area, compresa quella più triste del noto Petrolchimico, che si palesa nei tanti dettagli inerenti luoghi o situazioni locali, quasi fossero tutti fatti personali (e per certi versi lo sono).

Il commissario Aldani, come in tutti quei casi in cui un l’autore crea un personaggio molto ben definito e interessante, che replica in più romanzi, è sicuramente lo specchio del suo creatore. Non così caratteristico e debordante come il più noto Montalbano perché a Venezia non c’è la stessa aria della Sicilia, ma un commissario che sentiamo caratterialmente vicino e che potrebbe guadagnare il titolo di una miniserie ambientata fra le gondole di una città unica al mondo.

“Venezia d’inverno era comunque splendida. Nonostante tutto”… Per fortuna, aggiungo io.

Massimo Fusai. Segui su Instagram.