Mentre morivo, l’edizione italiana del romanzo “As I Lay Dying” di William Faulkner. Lo scrittore americano è stato vincitore del Premio Nobel per la letteratura nel 1949 e viene tutt’oggi considerato uno dei più importanti romanzieri statunitensi. Ha scritto opere definite dagli esperti provocatorie, sicuramente complesse, in cui sfrutta il suo così detto “flusso di coscienza”: una tecnica narrativa che segue i pensieri dei protagonisti giocando con monologhi interiori, tipico dei romanzi psicologici.
“Mentre morivo” è esattamente tutto questo, espresso sicuramente nella maniera più alta.
Una famiglia di contadini, i Bundren, una famiglia semplice e povera e non solo dal punto di vista economico. Vegliano, con l’aiuto di alcuni vicini, gli ultimi istanti di vita di mamma Addie, in una immaginaria contea americana. Morta la madre partono per Jefferson allo scopo di poterla seppellire. Un viaggio carico di simbologie persino di carattere biblico, compresa un’inondazione che creerà problemi al viaggio e genererà tensione umana fra i componenti della famiglia.
Un romanzo che ha una forma lenta, giocando attraverso un complesso intreccio di monologhi, fra cui quello di Addie morta.
Molti potenziali lettori forse abbandoneranno questo romanzo, a causa di quella che potrebbe sembrare una mancanza di filo logico, ma non è così. Quello che Faulkner tenta di raccontare è il pensiero profondo e articolato di personaggi qualunque, immersi in una realtà familiare difficile come la vita. Un testo ovviamente riconducibile al periodo, gli anni ’30.
Il flusso di coscienza è una scelta narrativa molto specifica, sicuramente non semplice da applicare. Capita di leggere testi redatti da nuovi scrittori, i quali pensano di usare facilmente una simile soluzione, oppure di potersi muovere impunemente in continui passaggi scritti in prima persona per ogni protagonista del loro romanzo. (con risultati a volte poco interessanti). Ma ammesso che un nuovo Faulkner possa venire alla luce, io dubito che l’editoria di oggi possa riconoscerlo o tentare di pubblicare un romanzo siffatto, perché gli schemi attualmente in uso sono completamente diversi, anche per meri motivi commerciali.