Morte a Posillipo

Morte a Posillipo, di Agnese Manzo.
Morte a Posillipo, di Agnese Manzo.

Morte a Posillipo, perché anche là si muore e non è un caso. Un ragazzo chino è appoggiato a un albero in un’alba fredda di aprile, cerca di riprendere fiato. È a un passo dalla metà e la milza pulsa. Si chiama Massimo, ha i capelli biondi da sembrare Lady Oscar. Deve arrivare alla casa di zia Adele, una donna che gestisce una impresa di costruzioni e tante case dal quartiere sono state realizzate dalla sua ditta.

Massimo ha corso l’intera notte, vuole a tutti i costi incontrare la zia. Il portone era aperto e nel giardino incrocia un anziano ex collaboratore della donna. Il suo nome è Mimì, detto ‘o cinese per la vaga fisionomia asiatica. L’uomo è stupito di vedere il ragazzo, lo avvisava che sua zia è stata chiamata dalla polizia. Massimo non capisce per quale motivo lei sia dalla polizia e Mimì invece lo incalza: come non sai cosa è successo? Non sei stato tu?

Il ragazzo non afferra il senso dell’accusa, poi la scoperta. Suo padre Rocco è sua madre Roberta sono stati uccisi nella notte. Ma Massimo stava fuggendo. Perché fuggiva?

Vita e morte a Posillipo:

Un modo diverso di conoscere la nota Posillipo, che non è solo un luogo per innamorati. Anche chi vive di malaffare può avere casa in questo luogo panoramico. E proprio un fatto di sangue è avvenuto in una elegante casa sulla collina: un uomo, un boss della malavita ucciso mentre si trovava nella scrivania del suo studio e una donna, la moglie, nel divano del salotto.

Il commissario Alessandro Soranno, con problemi di dieta da seguire, e il vice commissario Claudio Giglio, soprannominato il fotomodello per il bell’aspetto e il fisico atletico da surfista, sono incaricati di una indagine che ha risvolti molto delicati. Focalizzati anche sulla ricerca di un quindicenne in fuga, nascosto in una villetta nei pressi di un piccolo laghetto a pochi chilometri da Napoli: il lago Patria

Lago Patria, un nome curioso, le cui origini pare derivino dal passaggio di Scipione l’Africano, rifugiatosi in quelle zone dopo le accuse di corruzione a lui rivolte a Roma. Il commissario è il suo vice rammentano questo lago, anche per un duplice omicidio avvenuto ben quindici anni prima, un passaggio nel passato che metterà in seria difficoltà la coscienza personale.

Massimo, il figlio del boss ucciso, cercava la zia Adele. Adele De Martino, una vita circondata dalla malavita, a partire da suo padre che era referente di una famiglia di zona. Anche la scelta di non sposarsi era dovuta allo stare a contato con quell’ambiente difficile. Aveva rifiutato le avances del Boss Rocco, che le aveva intimato che non avrebbe avuto nessun altro uomo e che si era preso la sorella Roberta. Ora sia quel Boss che sua sorella erano stati uccisi.

Un giallo immerso nel racconto

Nonostante la trama dura, questo è un romanzo giallo dai toni distaccati, che racconta in una maniera non cruenta gli equilibri difficili di vite ai limiti della legalità o immersi nella netta illegalità. Così vediamo latitanti che si muovono indisturbati nelle case, mentre la polizia li cerca da anni. I regolamenti di conti, in cui i morti vengono lasciati visibili e riconoscibili, magari con tanto di documenti, perché fosse subito chiaro chi erano e come mai venivano uccisi. Poi tutta quella gente, anche di cultura, le quali fingono di non sapere e non vedere per necessità di sopravvivenza. I soprannomi: la bellona, ‘o cinese, ‘o casanova. La Napoli sotterranea, che è un mondo complesso e ricco, fatto di tanti passaggi anche pericolosi.

Insomma un caleidoscopio complesso innescato in una trama gialla, che affronta anche tutti quei temi che le cronache spesso ci presentano.

Agnese Manzo, scrittrice e appassionata di scrittura. Nata a Torre del Greco in provincia di Napoli, il giorno della festa del papà, vive con la famiglia a Milano da molto anni. I gialli in genere sono sempre stati la sua passione, in particolare le celebri storie di Agatha Christie e Ellery Queen. Da lettrice attenta si è anche dedicata alla scrittura di gialli, come “morte a Posillipo” di cui ho parlato in questo articolo e pubblicato da Libromania nel 2020. L’aspetto particolare, e nel contempo interessante, sta nel fatto che l’autrice conosce bene il Lago Patria e anche la villetta in cui si sviluppa parte della storia, ma senza nessun mistero nella realtà.

Massimo Fusai. Segui su Instagram.