Le onde della Costa Rica

Costa Rica - febbraio 2012, di Massimo Fusai.
Playa Cocles è la spiaggia dei surfisti di Puerto Viejo de Talamanca, nel sud caraibico della Costa Rica. Il moto ondoso, in questa zona praticamente costante, forma continue onde di un metro o un metro e mezzo e gli amanti del surf abbondano.
Costa Rica – febbraio 2012, di Massimo Fusai.

In effetti, a playa Cocles, non puoi fare niente di meglio e le onde non danno mai la possibilità di fare una tranquilla nuotata, al massimo un turbolento idromassaggio mentre vieni capovolto dai cavalloni spumeggianti.

In questa località tutti fanno surf, grandi e piccini. Vengono affittate tavole di tutte le dimensioni, molte vetuste e un po’ scalfite dal tempo nonché dall’uso intensivo. Noi passiamo le giornate in rilassatezza sotto una bella pianta ombrosa ed è divertente osservare questi ragazzi che solcano a loro modo le onde.

Un bel giorno…

Un bel giorno giungono in spiaggia due giovani appariscenti, un ragazzo altissimo e una ragazza bellissima, accompagnati da un terzo loro amico dall’apparenza più normale. I due sono classificabili come i classici americani da telefilm, splendidi e pieni di salute, con un fisico perfettamente scolpito da un’assidua frequentazione in palestra. Hanno con sé le loro tavole da surf personali, protette da una sacca speciale. Posano l’attrezzatura proprio accanto a noi e avviano una complessa fase di preparazione che non avevamo visto compiere a nessun altro surfista.

Iniziano con dello stretching. Indossano una tutina aderente e altamente tecnica, con lo scopo di proteggersi dal sole e scivolare meglio in acqua. Sfilano dalle coperture delle luccicanti tavole professionali. Le trattano con una specie di sostanza che strofinano in abbondanza sulla parte superiore, forse allo scopo di renderle meno scivolose quando dovranno domare in piedi le onde più agguerrite. Per ultimo la crema protettiva, che stendono a piene mani su tutte le parti scoperte e sul viso, da sembrare dei marines inviati in missione.

Finalmente eccoli, afferrano il loro strumento di divertimento e chissà quale spettacolo esibiranno. Con un inusuale impaccio si spostano verso il largo, ben oltre il punto in cui le onde si formano. Salgono a cavallo dei loro surf e attendono, forse, il momento propizio.

Intanto la costa è piena di giovani che si divertono a scivolare sull’acqua nei modi più svariati. Saltano in piedi come grilli non appena un’onda è in grado di spingerli e vincendo l’equilibrio precario volano sulla spuma formata dall’acqua turbolenta. La maggior parte delle volte il mare vince e il tuffo diviene inesorabile, mentre la tavola schizza in aria come impazzita.

I due americani rimangono fermi al largo a cavallo dei loro surf.

Nel frattempo il loro amico, con una tavola affittata, va avanti e indietro fra onde piccole e più grandi, ogni occasione è buona per fare metri a braccia aperte. Si sta divertendo come un matto, pronto a riprendere la mossa alla prima nuova onda.

Ma i due americani sono sempre immobili a sedere sulle loro tavole.

Un signore sulla cinquantina, credo francese, si fa insegnare da un ragazzo di colore. Il signore è pieno di entusiasmo, fra capitomboli e ridicoli tentativi di stare in piedi s’impegna grandemente e alla fine i suoi metri sul surf riesce a farli.

I due organizzati americani, imperterriti, stanno solo a guardare sopra i surf.

Anche un bambino, dell’età apparente di dodici o tredici anni e con una tavola da surf proporzionata, si cimenta con grande abilità sulle onde marine. Sembra Lupo Alberto nella famosa vignetta “Il lavoro mi insegue ma io vado più veloce”. Devo ammettere che quel ragazzino va come un disperato e sciorina lunghe e spettacolari cavalcate lungo la costa ormai affollata di appassionati.

I due, purtroppo, sono sempre al largo a cavallo delle loro tavole.

Insomma, tutti fanno surf con grande impegno tranne i due americani, i quali sono rimasti fermi lontani dalla costa. Dopo un paio di ore a prendere la tintarella agli avambracci tornano a riva tristemente trasportati dal moto ondoso. Rientrano non particolarmente soddisfatti, mentre il loro amico li accoglie pieno di entusiasmo. I due sembrano poco interessati ai commenti dell’amico e la loro preoccupazione diviene rimettere sotto protezione i bellissimi surf.Allo stesso modo di come sono giunti li abbiamo visti ripartire.

Chissà che cosa si attendevano da questo luogo, forse l’onda perfetta, quei cavalloni giganteschi che si ammirano nei documentari, ove temerari fuoriclasse corrono fra tunnel di acqua fragorosa. Nulla di tutto ciò, solo molte onde normali anche se abbastanza turbolente. l’onda perfetta, come la tempesta perfetta, è una condizione che dipende da molti fattori fra cui sapere cosa si vuole e dove si va.

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