Profumi d’Istanbul

Profumi d'Instanbul, di Marinella Tumino.
Profumi d’Instanbul, di Marinella Tumino.

I profumi di Istanbul non sono quelli che escono da un mercato o dovuto al cibo venduto in un bazar. I profumi sono quelli che colpiscono l’animo. Tutto era iniziato nel 2018 con una missiva che recava il timbro della Farnesina, Ministero degli Affari Esteri. Indirizzata proprio a lei, professoressa Greta Durante.

Ogni mattina aveva l’abitudine di spiare l’arrivo della luce dalla grande vetrata della cucina. L’alba è il momento in cui nulla respira e i silenzio diviene musica. L’alba le aveva concesso di vivere I suoi momenti mettendo in moto i ricordi, che erano volati in Sicilia dai suoi cari. L’occasione per stare di nuovo assieme era il Natale, da trascorrere nella località di Sinope grazie ad Atan, lontano dai possibili blocchi della capitale.

Fra Sicilia e Turchia:

Il titolo, forse, potrebbe generare fraintendimenti. Non è certo una guida turistica, nonostante la copertina colorata che attira, con tavolini e una caffettiera dall’apparenza esotica. Un viaggio però lo è, a partire da quello che la protagonista, Greta, compie dalla sua Sicilia fino a Istanbul per insegnare. Il secondo viaggio è quello, più complesso e ricco, che conduce alla crescita personale e alle relazioni, perché non esistono coordinate geografiche per il cuore.

Greta Durante, la protagonista, è una professoressa siciliana appassionata del proprio lavoro, che accetta l’esperienza di insegnamento in un istituto italiano all’estero. Una scuola che appartiene a una Italia che galleggia nel tempo, “come un turacciolo in uno stagno”. Anche per insegnare ci vuole cuore e pure un pizzico di coraggio, perché bisogna affrontare realtà diverse. queste realtà le leggiamo, descritte nella esperienza didattica di Greta e anche nell’approccio alla cultura turca, anche se Istanbul ha un respiro molto più moderno rispetto al resto del paese.

Una storia intensa, un romanzo di una forza intimista ma non limitata ai soli sentimenti. La vita, la quotidianità, gli aspetti lieti e quelli più difficili da accettare. Un tutt’uno fra essere e esistere, che si condensa nella relazione con il mondo turco (dagli equilibri differenti da I nostri), infine con chi diviene l’altra metà di un cielo, che ve ben oltre quello di Istanbul.

Però, ritornando alle mie parole iniziali, magari un aspetto di guida lo ha al suo interno. Una guida non certo utile per trovare un albergo o per una cena sul Bosforo, è una guida del cuore, con le parole e il racconto ci districa nell’intricato bazar dell’amore, persino di quello professionale.Tutto questo perché la vita non va misurata attraverso il numero di respiri che si fanno, ma mediante gli attimi che lasciano senza respiro. Un concetto molto preciso, il quale va ben oltre l’idea di amicizia o di semplice unione, si pone in un complesso che può venire riassunto dalla parola turca “Seni seviyorum”.

Il romanzo “profumi d’Istanbul” è composto di piccoli capitoli, ognuno titolato e descritto con una citazione, che narrano dell’esperienza turca di Greta. Aneddoti e parentesi di vita, inframezzati da titoli di canzoni o citazioni di poesie. Tutto dentro uno stile semplice e interiore.

Marinella Tumino, scrittrice siciliana e professoressa di letteratura presso l’Istituto Tecnico Industriale di Ragusa. Una docente molti simile al personaggio di Greta, con la differenza che non ha mai insegnato in Turchia, ma credo che abbia conosciuto quella realtà e infatti fa incontrare la Sicilia e Instanbul come fossero due vecchi amici.

Marinella Tumino è un’autrice con all’attivo alcune pubblicazioni, fra le quali voglio citare “l’urlo del Danubio”,  del 2018, un’opera che considero straordinaria e vincitrice di molti premi e menzioni e di cui ho già avuto modo di parlare in passato. Però non la concludiamo qui, con “profumi di Istanbul” che definisce il suo ultimo figlio di carta, ha già ottenuto il premio giuria nel nel concorso “MR. HYDE AWARDS 2023”. Per cui complimenti e chissà quanti altri ne arriveranno.

“Sono incantata! Evviva l’amore e la multiculturalità.”

Massimo Fusai. Segui su Instagram.