Sete

Sete, di A. B. Radley.
Sete, di A. B. Radley.

Sete: quella che si prova con l’arsura dovuta al caldo del deserto e al sudore. Anche bisogno e speranza rappresentano sete di qualcosa.

Anno 3028. Il pericolo incombe, la grande evacuazione viene avviata in gran fretta: il limite di Chandrasekhar stava per essere superato inaspettatamente nel sistema di Asaf, il comitato di colonizzazione pensava invece che fosse tutto sicuro. Anouk Izmaeli, di etnia romanì, si trova a scuola, aspetta il proprio turno nell’altalena cantando la filastrocca dell’astronauta Joe. Deve subito prepararsi, non c’è tempo da perdere e l’urlo della sirena lo annuncia. Gli airbus si trovano pronti e lei corre con il guanto da baseball e la palla, esattamente come andare a casa base, come fare un punto. Nella fuga perde i suoi compagni classe, stretta nella calca di tanti adulti che cercano di salire e la calpestano; lei è solo una romanì, una zingara schifosa!. Riesce a parlare con la mamma, si trova in un’altra nave dietro di loro, una volta in salvo avrebbero potuto riabbracciarsi. Ma molte navi esplodono nella fuga, il grande fuoco le aveva raggiunte. Dove sono i genitori?

Anno 3046. Anouk lavora con il ruolo di marinaio semplice addetta alla manutenzione, si trova impegnata nella riparazione di una falla sullo scafo di una vecchia fregata della marina militare di Orione. La nave dove è imbarcata viene sequestrata per scortare quella di un certo George Sato, un pezzo grosso dell’ESA-GENESIS, la compagnia impegnata nella colonizzazione di sistemi. A George Sato non interessava la colonizzazione, tutto era incentrato sulla ricerca di un pianeta. Ne andava della sua sopravvivenza e tutto si sarebbe sistemato.

Sete di fantascienza:

Scrivere fantascienza, oggi viene definita sci-fi, non è semplice. Magari uno pensa che basti metterci un po’ di omini verdi, qualche battaglia galattica, raggi laser, eccetera, eccetera. Affatto. La fantascienza, io proseguo a chiamarla così, ha subito una forte mutazione e lo possiamo verificare persino nella cinematografia, nonostante che negli anni passati siano stati prodotti film di elevato spessore. La fantascienza è cambiata, dicevo pur non essendo un esperto, non è più quella di Isaac Asimov e nemmeno quella di Artur C. Clarke. La fantascienza di oggi è composta di mondi, di vite, è carica di pensieri è di alternative. La fantascienza di oggi certifica che l’uomo non è cambiato e non cambierà.

Non cambierà nemmeno dopo naufragio di due navi con coloni arabi ed ebrei, finite in un pianeta sperduto, quando invece speravano in un futuro migliore. Pianeta con due soli, Gog e Mogog, in cui aleggia il leviatano, una figura quasi divina che incarna forza, potere e eternità. Ritmi antichi, fasi umane che si dipanano dalla notte dei tempi e proiettate in un futuro molto futuro, dove pare che (appunto) nulla sia cambiato.

I personaggi sono tutti definiti in un disegno unico e nella essenza di ciascuno. Nel totale li vediamo inseriti in complesso narrativo che ha una forza monumentale. Una storia che sa di epico e dove ogni protagonista è eroe e vittima. A partire dalla prima protagonista, Anouk Izmaeli, ventitré anni, naturalista e genetista, ma zingara come etnia e sempre alla ricerca dei genitori persi da piccola. Poi il suo antagonista, Sato, alla ricerca di una sua ambizione che somiglia a una vendetta.

Poi Mahamoud e la sua vice Tamar. Bilal: con la sua uniforme Saluki, intento a sradicare il culto per conto del governatore e magari uccidere il leviatano per la sua acqua. Yonah: che si lavava quando era davvero indispensabile e dal sonno innaturale. E i Saluki sempre pronti a entrare in azione fra la gente. Questi e altri ancora, tutti da scoprire, in quanto ognuno funge da tassello fondante di un mosaico ricchissimo da scoprire e “Sete” ci apre a tutto questo, in un pianeta lontano lontano.

Il romanzo:

Il romanzo ha uno sviluppo costante, una matassa che si dipana lentamente, seguendo vite parallele in una coralità narrativa che coinvolge in maniera decisa. Il livello della scrittura non è quello tipico di una storia di fantascienza, segue più i ritmi di un romanzo di formazione, mescolando temi di fantasia a questioni umane ben conosciute. Quindi abbiamo movimenti ecologisti per il conservazionismo galattico e scorie non gestite come previsto nei protocolli. Aree galattiche protette per salvaguardare ecosistemi. Il cinguettio delle lucertole di Equleei, o I cervi volanti di Tau Ceti. Pregiudizi antichi come l’umanità, che marchiano chi è diverso dagli altri e non conta quanto sei bravo o ti impegni. Sete non è solo bisogno di acqua, ma è anche speranza.

Per ultimo l’approccio a tematiche più scientifiche. La più interessante da sottolineare è quella che riguarda i wormhole. Non si tratta proprio di una invenzione fantastica e nemmeno una previsione futuristica nuova. In realtà sono oggetti previsti dalla fisica attuale, chiamati ponti di Einstein-Rosen, e inseriti all’interno della teoria della relatività generale, di cui evito la spiegazione scientifica perché inutile in questo contesto. Riflettendo, mi viene da ripensare che molta narrativa di fantascienza non ha fatto altro che anticipare i tempi. Su questo si veda per esempio Jules Verne, con i sottomarini e le tute subacquee o i razzi sulla Luna, oppure William Gibson, che invece ci ha anticipato il pericolo delle reti informatiche e dei così detti hacker. Per i Wormhole vedremo (ma non credo noi).

Un autore misterioso:

A. B. Radley. Chi è costui? Un autore di bestsellers inglese o americano, uno di quei tanti scrittori stranieri che imperversano nelle librerie? Ebbene no! Si tratta di uno scrittore italiano, di più, italianissimo come i tortellini. A. B. Radley è uno pseudonimo, una specie di gioco di parole molto sottile. Il nome vero non lo sappiamo e, sinceramente, non c’è necessità di scoprirlo, è il bello di questa soluzione.

Italiano, dicevo, un giovanotto nato a Bologna nel 1973, per la precisione il 4 marzo come nella canzone di Lucio Dalla (ma non lo chiamano Gesù Bambino). Sete è il suo secondo romanzo, giunto vicinissimo alla vittoria nel premio Urania e ora pubblicato da Moscabianca Edizioni, una casa editrice specializzata in fantascienza e libri illustrati. Il romanzo di esordio è del 2020 con il titolo di “l’araldo nudo”, una storia distopica che, come in questo romanzo, tocca anche elementi sociali di odierna attualità.

“Spalancarono la bocca gridando, mentre la pioggia aumentava, ancora e ancora.”

Massimo Fusai. Segui su Instagram.