Storia del nuovo cognome

Storia del nuovo cognome, di Elena Ferrante.
Storia del nuovo cognome, di Elena Ferrante.

Storia del nuovo Cognome, il secondo volume della saga in quattro parti dell’Amica Geniale. Prosegue il complesso di vicende che vede le due protagoniste principali, Elena Greco (Lenù o Lenuccia) e Raffaella Cerullo (Lila o Lina). Il periodo che affronta la storia è quello degli anni sessanta, il racconto è sempre impostato sulla narrazione di Elena.

Lila si è sposata, ha un nuovo cognome e solo sedici anni, ma le scelte forzate fanno palesare tutte le problematiche nate da quel matrimonio e quelle inerenti affrontare la vita da donna giovanissima, in un ambiente maschile e chiuso.

Elena prosegue gli studi e si diploma al termine degli anni di liceo classico. I libri sono il suo supporto e studiare pare diventare uno strumento per affrancarsi dalla propria condizione. Grazie ad un componente esterno tenta l’ammissione all’università Normale di Pisa. Vince la borsa di studio.

Il romanzo riprende esattamente dove aveva visto la fine il primo volume. Non poteva essere diversamente, dato che la quadrilogia è una unica storia che si dipana in un arco di tempo molto lungo. Troviamo, in questa seconda parte, la descrizione di una Napoli diversa, composta anche di altri quartieri.

Un nuovo cognome, nuovi cambiamenti.

Il nuovo cognome non è solo il risultato di un matrimonio, è anche l’amplificazione e rielaborazione di una nuova fase di crescita, dopo l’infanzia e la prima adolescenza affrontate nell’”Amica geniale”. La struttura rimane sempre quella del romanzo di formazione, in cui le tappe definiscono gli aspetti della storia.

Quindi, non è solo Lila che modifica il proprio cognome in quanto sposata a Stefano (ovvero un cambio letterale), ma sono le scelte che, crescendo, generano conseguenze e cambiamenti. Il cognome rappresenta solo l’idea narrativa a livello concettuale. Lila avrà da questo veri stravolgimenti nella propria esistenza e anche Elena nell’esperienza universitaria, lontano dalla vita povera e limitante del rione.

Inutile dire che questo seconda fase della storia è, a parere mio, molto coinvolgente e attrattiva. Durante la lettura si possono notare registri diversi, quello più diretto e semplice riguardo alla vita e i dialoghi dei personaggi, a passaggi più elevati e distanti definiti dal narratore. Lo stesso lo si notava anche nel primo volume, ma in questo doppio passaggio si accentua perché la protagonista narratrice (Elena) sta crescendo.

Elena Ferrante, donna o uomo che sia, unicamente autrice o risultato di una coppia di scrittori, resta l’esempio di autore/ice di altissimo livello. Non a caso avevo provato a inaugurare l’hashtag Instagram #NobelPerElenaFerrante, più per gioco ovviamente, riflettendo che con un premio in qualche modo dovrà pur essere presente. Io personalmente abbraccio l’idea che sia una scrittrice.

Autrice di alto livello, dicevo, senza scomodare il Manzoni come ha fatto il New York Times (paragonando scioccamente l’amica geniale ai promessi sposi). Condivido l’idea dell’affresco socio culturale, metafora della città in cui sono ambientati i libri.

Massimo Fusai. Segui su Instagram.