Trema la notte

Trema la notte, di Nadia Terranova.
Trema la notte, di Nadia Terranova.

Trema la notte, perché il terremoto giunge di notte, con il tremore che porta la morte. Barbara, in casa dalla nonna stava per mettersi a letto. Una polifonia di rumori e il pavimento crollò assieme ai detriti della casa. Nicola aprì gli occhi mentre, con i polsi legati al letto, Reggio Calabria gli crollava addosso.

Prima del terremoto la vita di tutti I giorni e più forte del dolore c’era l’abitudine. Nella famiglia Fera, che viveva a Reggio Calabria, era l’aria respirata ogni giorno. Nicola, oramai di undici anni, non ne aveva mai respirato altra. Magrolino, occhi scuri da femmina e sguardo sempre a terra. Il suo destino era una cantina umida, dove poteva dormire in un catafalco, con i polsi legati con le corde Sante dei tiratori della Vara di Messina, che allontanava i demoni ed esaudiva gli auspici.

Barbara Ruello viaggiava verso a Messina, sul treno una coppia discuteva sull’educazione della propria bambina. Lei rifiutava il matrimonio predisposto dal padre, che la voleva finalmente una donna completa, con il doppio cognome, destino di ogni donna. Lei vorrebbe farsi bastare il suo per sempre, con l’ambizione di studiare all’università. Dalla nonna andava alla ricerca della sua libertà.

Un terremoto vero:

Trema la notte e tremò davvero. Un lunedì, il 28 dicembre del 1908, alle cinque e venti circa del mattino e tutti stavano dormendo. Un terremoto tremendo si abbatté sulla zona dello stretto, Messina e Reggio Calabria vennero letteralmente rase al suolo. L’evento non terminò con la scossa e poi tutte le successive di assestamento, ci fu anche una onda di anomala di maremoto (che di solito chiamiamo tsunami) sulle aree di costa. La valutazione dell’epoca venne fatta tramite la scala Mercalli, maggiormente empirica e basata sui danni visibili, che portarono la gradazione a livello 9 (il massimo è 10).

Un terremoto raccontato come esperienza personale da due personaggi: uno nella costa calabra, il piccolo Nicola, e una ragazza nella costa sicula. Due visioni diverse della vita prima e nella sorte dopo, pur se coinvolti nella medesima sventura. Lo schema narrativo, per i due protagonisti, è differente proprio per siglare in modo maggiore il contesto particolare di ognuno. Il contesto però è quello della borghesia agiata, della tragedia popolare leggiamo solo il contorno.

Nel romanzo troviamo tutti i dettagli che i resoconti storici possono confermarci, non solo la distruzione ma le scelte e le decisioni. Siamo agli inizi del 1900, non esistevano strutture organizzate di soccorso e gli unici e primi giunti in aiuto furono gli equipaggiati alcune navi presenti quella notte. Non mancarono le ruberie e i saccheggi, come gli stupri approfittando delle situazioni al limite. Il fatto che si narri, nella storiografia, di donne che si vergognavano e si nascondevano agli aiuti, perché avevano indosso solo una vestaglia da notte, si può spiegare non solo con il retaggio morale del periodo ma anche con la giusta paura per le conseguenze.

Le costruzioni, per quanto belle e di pregio, erano di solo mattone e malta e il terremoto ha così ucciso nel sonno tantissime persone nei trenta secondi della grande scossa. Il resto lo compì l’onda di maremoto, che colpì chi si era rifugiato sulla costa dopo il disastro. Scilla e Cariddi avevano agitato la coda e leste con i denti aguzzi.

Il linguaggio non si muove su linee forti o giocando sulla tensione di un’attesa messa in mostra per il lettore. Il romanzo scorre intorno ai personaggi, alle loro particolarità, le prospettive che la società e la famiglia sta imponendo a loro. Li mostra nella loro essenza per poi concedere loro tutta l’umanità che meritano, perché nulla si ferma e la vita continua nonostante tutto. Le carte dei tarocchi o i suoi arcani inaugurano ogni capitolo, con tanto di descrizione e infatti i due protagonisti avranno un incontro con una cartomante.

Nadia terranova è una scrittrice messinese, vive e lavora a Roma. Trema la notte è il suo ultimo lavoro, mentre l’esordio è del 2015 con “Gli anni al contrario”, che ottenne subito ottimi risultati. Nonostante non siano molti i romanzi pubblicati, si è sempre fatta notare vincendo premi o ottenendo nomine importanti (Il suo secondo romanzo “Addio fantasmi” giunse nella cinquina finale del Premio Strega).  La sua attività letteraria si alterna fra romanzi, in tutto tre, e testi per i ragazzi a cui ha dedicato molto impegno con una ricca produzione. La storia personale e le origini hanno sicuramente coinvolto l’autrice nella scrittura di questa storia dai tratti molto realistici.

“I vivi sono tutti morti.”

Massimo Fusai. Segui su Instagram.