Una giuria di sole donne

Una giuria di sole donne, di Susan Glaspell.
Una giuria di sole donne, di Susan Glaspell.

Una giuria di sole donne, però non riguarda un processo in tribunale. Martha Hale, aprendo la controporta, fu investita dal vento di tramontana e rientrò di corsa a prendere la grande sciarpa. Erano venuti a cercarla perché era successa una cosa incredibile, anzi mai capitata nella contea di Dickson. Doveva accompagnare il marito alla casa dei Wright, dove era atteso dallo sceriffo e dal pubblico ministero dopo la sua scoperta del cadavere del signor John.

La moglie dello sceriffo, la signora Peters, voleva la compagnia di Martha, lasciando che il marito credesse fosse impaurita. La signora Peters non sembrava affatto moglie di uno sceriffo, a differenza della precedente che ribadiva sempre l’autorità della legge ogni volta che apriva bocca.

C’era un morto nella casa dei Wright, il signor John era stecchino e la moglie Minnie sembrava fuori di testa. Il pubblico ministero analizzava l’abitazione, a lui pareva sporca e si domandava come una donna potesse tenere così la casa. A Martha Hale invece non sembrava un posto allegro.

Donne che giudicano i fatti:

Un romanzo breve, di più brevissimo ma ficcante e coinvolgente in un modo che non avrei immaginato. L’ho comperato perché colpito dal titolo e dal fatto che fosse un testo del 1917, quindi ben oltre il secolo, e non ne sono rimasto deluso. Non è pomposo e non si pone negli schemi classici della letteratura al femminile, insomma tipo quella che Vladimi Nabokov squalificava come scrittura minore, casomai proprio l’opposto. Un testo in cui domina il cromosoma nel senso positivo, mostrando in un modo splendido quella differenza enorme fra mondo maschile e femminile, all’epoca fortemente categorizzato (oggi non che sia da meno).

Un esempio di visione al femminile e di questione femminile in una unica porzione, un romanzo femminista senza essere rivoluzionario. Ma forse è proprio questa la vera rivoluzione. Tecnicamente è un giallo, con tanto di cadavere e di sospettato (anzi sospettata) ma non è l’indagine spicciola che emerge bensì l’analisi sincera di due donne che osservano il potenziale luogo del delitto. Sono lo sceriffo, il pubblico ministero con il testimone a svolgere l’opera importante, mostrando una distanza abissale dalle due donne le cui osservazioni generano solo risatine negli uomini.

 L’occhio attento delle due protagoniste si poggia verso dettagli che inquadrano il loro ruolo nella famiglia e nell’epoca. I dettagli di una cucina in cui ci sono solo arnesi e cose senza importanza (secondo gli uomini), i segnali di una solitudine e soprattutto del silenzio. A poco a poco il quadro che appare alla loro sensibilità è chiaro e solo la comprensione e la vicinanza conduce a un finale che lascia a bocca aperta.

Susan Glaspell, una scoperta per me:

Susan Glaspell, scrittrice statunitense e anche giornalista. Nata nel 1876 ci ha lasciati nel 1948. Nella sua carriera contiamo nove romanzi e un premio Pilitzer, tanti racconti, ma soprattutto un discreto numero di lavori teatrali. In effetti il testo di “una giuria di sole donne” oltre a essere nella pratica un racconto segue lo schema della rappresentazione teatrale: se escludiamo l’inizio della storia, tutta la vicenda si svolge in una casa e in prevalenza in cucina. L’autrice era impegnata con movimenti artistici di avanguardia per l’epoca e ha diretto una compagnia teatrale. In molti suoi testi affronta tematiche e problematiche femminili, seguendo di fatto i movimenti di suffragio statunitensi. Il testo di cui ho parlato è un vero esempio di racconto femminista molto acuto e ironico.

“Ho, come vorrei essere venuta a trovarla, ogni tanto!”

Massimo Fusai. Segui su Instagram.