Una rosa tra i capelli

Una rosa tra i capelli, di Chiara Forlani.
Una rosa tra i capelli, di Chiara Forlani.

Una rosa tra i capelli, disegnata petalo per petalo in una chioma riccia abbondante. In quella rosa dipinta, in un bozzetto del pittore Giovanni Boldini, apparivano tutte le donne della famiglia: Giacinta, Dalia e Viola. Tre generazioni di donne, ognuna con un nome che richiama un fiore, seguendo una tradizione di famiglia che parte da lontano.

Viola vive la passione per l’arte e la pittura in particolare, una passione che la conduce a seguire un artista di origini ferraresi che agli inizi del 1900 riscosse un buon successo a Parigi, Giovanni Boldini appunto. Lei s’impegna nel cercare uno sbocco professionale nel campo che la ispira. La vita è complicata, ma riceve un aiuto particolare. Non è un aiuto in denaro, ma comunque sostanziale.

Viola ha da Giacinta un memoriale dedicato lei, la nipote adorata. Una specie di riassunto di una vita semplice, in cui ha affrontato scelte e accettato situazioni, perché la vita non poneva alternative. Partendo dalla promessa di matrimonio, fatta dal padre verso il padrone per cui lavorava e che aveva un figlio Giovanni tornato dalla guerra molto cambiato: lo aveva salvato Sant’Antonio.

Una bellissima rosa fra i capelli:

Se si fosse trattato di un’autrice famosa, parleremo di questa opera come di un romanzo espressione di grande maturità, incensando appunto la scrittrice. Invece sì tratta di un’autrice sconosciuta ai più e che non riceverà grandi applausi. Lo scotto pagato da tanti autori minori, i quali vivono della passione della scrittura non orientata a proporre paginette commerciali di basso profilo, che invece riempiono gli scaffali on-line degli store letterari (più o meno).

Un romanzo dalla struttura affatto scontata, che gioca con salti temporali marcati e molto divergenti. Ma nulla è concesso al caso, o meglio nulla e scritto a caso. Viola, una vita per l’arte: insegnante, restauratrice, storica dell’arte e altro, una dedizione che ha comportato anni di fatica e entusiasmo, con una storia del passato che motiva il suo oggi e il legame con i fratelli.

Giacinta, una esistenza modesta e per certi versi fortunata, nell’Italia che vede la nascita del fascismo. Uno spaccato di vita della campagna agiata del ferrarese, successivamente alla prima guerra mondiale. Le relazioni familiari, lo stretto rapporto fra donne e dettagli che portano a spiegare che ci sono cose che fra i nobili è normale avere.

Lo specchio dei tempi, visti in tempi diversi, secondo esistenze diverse, che conducono sempre al solito punto culminate, cioè vivere. Anche gli aspetti legati al tema delle adozioni sono l’espressione di un’altra visione del proprio mondo e devo ammettere che sono espressi in maniera molto potente all’interno della storia.

In tutto questo aleggia un grande artista, Giovanni Boldini, la cui conoscenza, per ignoranti d’arte come me, la dobbiamo proprio a questo romanzo. È indubbio, però, che la narrazione non è fine a sé stessa e dietro al sipario si nasconde (forse) l’autrice. Infatti, io credo che vi sia molto di autobiografico in quanto si legge in quelle pagine e il dettaglio amplifica il valore del romanzo.

Chi è l’autrice?

Chiara Forlani, scrittrice ferrarese ed esperta di arte, non a caso ha inserito in questo romanzo un artista della sua città e internazionalmente noto. L’arte segna molto la storia di Chiara Forlani, al punto da lavorare presso musei universitari e in un laboratorio di restauro di opere antiche che ha contribuito ad aprire.

Una donna eclettica, ceramista fra le altre cose, oltre a dedicarsi alla scrittura. Il romanzo di cui vi ho parlato non è il suo esordio. Con lo stesso editore ha pubblicato un precedente romanzo di carattere storico. Insomma, un’autrice d’ammirare, perché i suoi scritti sono densi, storie composite come la vita di quasi tutti noi e che rendono merito al suo lavoro.

“Ascolta la voce di tua nonna, che viene da molto lontano”.

Massimo Fusai. Segui su Instagram.