L’enigma dei ghiacci

L'enigma dei ghiacci, aurizio Maggi.
L’enigma dei ghiacci, aurizio Maggi.

Nei ghiacci dell’Antartide c’è un mistero, un enigma o forse una speranza. In tutti i casi molti soggetti sono interessati a quel mistero o quella speranza. Nella base antartica Rostov i russi stanno cercando di raggiungere un grande lago sotto i ghiacci, un lago preistorico, nella base lavora Mikhail Rebko praticamente costretto a vivere e lavorare laggiù per problemi politici.

Amanda Martin e Shannon Mc Cain sono anche loro dalle parti della base Rostov, attraversano il plateau antartico con slitte in nanofibra. Un’impresa sportiva ufficialmente. Alle vicende del lago è interessata anche una multinazionale, la MOST che poco condivide le scelte russe, la quale ingaggia un mercenario fanatico religioso ed ex FBI che però pare muoversi solo di sua iniziativa.

Ma è il lago e il suo enigma dei ghiacci il vero protagonista.

La storia è scritta con uno stile molto dinamico, sfruttando gli schemi e i tempi tipici dei maestri della narrativa d’avventura o d’azione, con quel tocco di thriller che serve. Insomma, come Wilbur Smith o Clive Cussler, oppure per restare in Italia Marco Buticchi; fatti i debiti distinguo ovviamente. Di sicuro posso affermare che la lezione su come scrivere un romanzo di questo genere, l’autore, l’ha imparata benissimo.

Maurizio Maggi è uno scrittore torinese. Non è uno scrittore professionista, come la maggior parte del resto. Le sue poche notizie ci dicono essere un ricercatore in un istituto di studi socioeconomici, si è occupato anche di musei scrivendo dei saggi sull’argomento. È stato finalista del Premio Calvino nel 2014 e grazie a quella partecipazione lo ha notato Longanesi, con cui a poi pubblicato anche un secondo romanzo.

L’enigma dei ghiacci è pertanto un’opera di esordio, un esordio importante in un ambito letterario che da noi è poco sfruttato, quello del romanzo di avventura. Sono pochi gli autori che s’impegnano in questo genere che nelle librerie vede più che altro nomi stranieri, pertanto lo accogliamo a braccia aperte.

C’è solo una domanda che mi sarebbe piaciuto fare all’autore in merito a questo romanzo: scommetto che è rimasto affascinato da “2010: Odissea due” di Arthur C. Clarke?

Massimo Fusai. Segui su Instagram.