Un bracciale di stelle

Un bracciale di stelle, di chiara Forlani.
Un bracciale di stelle, di chiara Forlani.

Un bracciale di stelle, composto nella tragedia e nell’amore, fatto di fiori, sangue e passione.

Benvenuto accarezza il bracciale con la mano tremante e le dita ossute per l’artrite. Quel monile è tutt’uno con il suo braccio. Lungo il cordino sono appesi dei pendenti che contengono piccole stelle alpine. Non pensa di averlo meritato. Lui vive isolato in montagna dove osserva L’aquila, ascolta il vento e fiuta l’odore della notte e dell’inverno. Quel monile è un vecchio pegno d’amore e immagina il soldato che, in trincea nelle pause della guerra, lo ha creato. Adesso il bracciale è suo ma non pensa di esserne degno.

Maggio 1916: Stella sale sulla montagna, spinta dalle gambe muscolose e leggere da giovane montanara. La strada sterrata conduce verso la linea del fronte, dove i militari italiani cercano di recuperare  terreno agli austriaci. È incerta ma audace, sa che incontrerà il suo amore Pietro a metà del sentiero, dove è presente una piccola e vecchia catapecchia. Quando si incontrano tutto cambia per loro e lei trema ma non per la paura. Poi il rombo di un apparecchio che vola, il fumo che si alza dalle case. Gli austriaci stanno attaccando Asiago.

Bracciali e stelle

Un bracciale di stelle, non quelle che ammiriamo in cielo nelle notti limpide, si tratta stelle particolari e per giunta protette. Sono le famose stelle alpine, un fiore raro e resistente, molto particolare per la sua forma disposta a stella. Oggi non è possibile cogliere quel fiore, anche se non è ancora a diretto rischio estinzione, però in passato era un fiore ricercato e non è un caso che in questo romanzo si cita un bracciale composto da piccole stelle alpine. Un bracciale quindi prezioso.

È proprio il bracciale, seppur in modo indiretto, il punto di unione di una storia che investe diverse generazioni. I protagonisti sono le persone, a partire da Stella (guarda caso) che nel 1916 faceva la maestra ad Asiago. Un nome come quello di un fiore, impegnata nell’insegnamento e a leggere le lettere scritte dai militari alle donne rimaste da sole in attesa del loro ritorno. Lettere tutte uguali, piccoli pensieri riportati su semplici cartoline durante le pause dei combattimenti.

Un’altra donna Partecipa alla storia pur essendo in un’altra epoca, si chiama Sofia e vive a Milano dove si è sposata. Le origini sono proprio di Asiago e ricorda il bisnonno eroe di quelle battaglie per tramite dei racconti dei nonni, anche se le vicende di famiglia erano un suo grande mistero. Questo interesse verso quel periodo lo trasmette suo malgrado al figlio Giulio. La trama diviene un viaggio nei ricordi, un excursus fra il periodo della prima guerra mondiale e gli anni della seconda metà del millenovecento.

Un viaggio nella memoria. Un ricostruire le origini che Giulio, da adulto, tenta di fare con l’aiuto di una donna misteriosa. Ritrovare la vera storia dei nonni e del bisnonno che aveva combattuto nelle prime linee sopra l’altopiano di Asiago.

Guerra e persone:

La prima guerra mondiale è stata devastante, non che le altre lo fossero meno, ma era una guerra che segnava il passaggio dalla battaglia campale, in stile napoleonico, a quella più attuale e che avrebbe visto gli sviluppi nella seconda guerra mondiale. Fra i capitoli leggiamo brevi resoconti di chi era soldato in quelle battaglie di trincea, cosa facevano, come combattevano, i momenti di pausa e quelli in cui prendevano possesso delle posizioni. Parole tragiche che rappresentano ciò che i soldati sono sempre stati nelle guerre: carne da macello. Sono pagine che mi hanno fatto rammentare le strofe poetiche e forti della canzone “la guerra di piero”, ma non ci sono papaveri rossi bensì stelle alpine.

In tutto questo troviamo la vita di persone semplici, in particolare donne, relegate a un’attesa nella speranza che i cari tornassero vivi. Piccole tragedie personali dentro la tragedia del conflitto e nelle difficoltà le persone semplici si uniscono nell’aiuto, un contrasto netto con l’individualismo che oggi vediamo e affrontiamo. I personaggi sono vivi, nel senso che pare proprio di essere accanto a Stella e alle sue peripezie per provare l’amato, come ci pare di essere accanto a Giulio nel suo percorso di costruzione.

Un romanzo che presenta vari ambiti di lettura: troviamo l’aspetto storico, molto dettagliato e costruito; troviamo l’elemento di formazione, data dall’evoluzione esperienziale dei personaggi; troviamo i sentimenti, perché diviene l’unico aspetto che consente di andare avanti. Ognuno può lasciarsi trasportare dall’elemento che più lo colpisce.

Un romanzo da cinque stelle:

Questo risultato è virtù di una scrittura molto semplice senza arrivare a rendere banali i contenuti, anche se il romanzo non è particolarmente lungo. I personaggi sono calati in modo perfetto nel periodo in cui vivono, con tanto di modi di dire locali ma comprensibili per chiunque. I capitoli si muovono nelle varie epoche, salti temporali che tengono sempre la storia in primo piano, senza lasciare sfuggire il bandolo della trama.

Merito di tutto questo è di una scrittrice molto brava e che personalmente ammiro. Chiara Forlani è una scrittrice capace di muoversi su più ambiti letterari, dal thriller al romanzo storico, dal testo impegnato ai libri per ragazzi. Un’autrice molto brava, di cui ho avuto modo di parlare spesso, compreso il suo penultimo lavoro che riporto su questo collegamento, e che presto potrete vedere ripresentata in questo mio blog perché è uscito un ultmo romanzo, dedicato proprio alla saga del foresto.

Chiara Forlani è una ferrarese doc, non solo autrice ma anche aducatrice e esperta di pittura, non a caso anche in questo romanzo troviamo sia una maestra sia un pittore e questo ci segnala che le esperienze personali sono sempre messe in prima linea nel costruire romanzi. Quindi non vediamo l’ora di essere rapiti dalle sue storie.

“Non ci sono limiti alle cose che possiamo fare. Basta avere il coraggio.”

Massimo Fusai. Segui su Instagram.