Lo sconosciuto delle poste

Lo sconosciuto delle poste, di Florence Aubenas.
Lo sconosciuto delle poste, di Florence Aubenas.

Il lago Nantua, nelle Alpi francesi lungo la via per Ginevra, una volta luogo di villeggiatura frequentato da nomi importanti. Gérald Thomassin è un attore decaduto, spiantato. Vuole fermarsi a Montréal e inizialmente alloggia in un campeggio.

Le piccole poste di Montréal-la-Cluse, sembrano le poste delle bambole. L’impiegata si chiama Catherine Burgod. Lei con altre formano una compagnia di donne chiamate “la banda delle poste”. Una vita non felice, problemi di depressione e tentati suicidi. Un divorzio in vista e l’incontro con un uomo che le dà una nuova rinascita. Lo chiamano il Nuovo e lei va a vivere con lui.

Il 19 dicembre del 2008 la nebbia spumeggia la strada. Il percorso dalla casa del Nuovo verso il paese, verso quell’ufficio postale che gestisce. Alle 8,24 l’allarme viene disattivato e le imposte aperte, il computer acceso. Alle 9,05 l’ebanista entra nell’ufficio per ritirare un pacchetto, tutto è in ordine e silenzioso. Solo il cagnolino seduto accanto a Catherine Burgod in una pozza di sangue.

Lo sconosciuto vero:

Un giallo, un mistero, un delitto incomprensibile. Storia vera però, ed è questo l’elemento che l’autrice sottolinea in modo specifico. Quindi ci troviamo a leggere un qualcosa che è veramente avvenuto, i cui risvolti dovrebbero essere presenti nei resoconti della polizia locale. Chissà se anche i nomi utilizzati sono veri, oppure falsati per l’ovvio problema relativo al citare persone esistenti senza il consenso. L’impressione, visti certi riferimenti, che anche quelli siano reali.

La realtà fornisce miriadi di spunti a chi scrive, diviene la matrice per innescare storie di tutti i generi che s’inseriscono in quella realtà. Meno frequente e proporre proprio quella realtà, metterla in forma romanzata, descrivere gli eventi che diventano i protagonisti tout court. Credo che sia il dilemma di molti autori, spesso risolto dagli editori per necessità di tutela.

Lo sconosciuto delle poste è una storia francese, proposta da un’autrice francese. Un mondo letterario che spesso scopro molto aperto. Questo non significa che la produzione letteraria sia sempre di livello e in questo caso il romanzo non raggiunge particolari vette. La domanda può sorgere spontanea: perchè è stato scelto per essere tradotto.

Deve esisterà una qualche forma di “legge di scambio”, magari obbligatoria, che porta case editrici importanti a tradurre e proporre testi mediocri di autori stranieri, mentre brancolano nell’anonimato numerosi scrittori minori (anche italiani), decisamente più bravi ma nemmeno presi in considerazione, anzi sono per lo più editori minori che fanno crescere questi autori. Questa mia affermazione non vuole avere un sapore di critica autarchica (ho precisato la parola anche per questo motivo), però credo che l’impegno dell’editore noto verso queste scelte sia in parte sprecato.

Penserete che il romanzo che sto citando sia scritto male? No, ci mancherebbe quello. Forse un libro brutto o penoso? Non direi proprio, anche se bello o brutto ha una rilevanza estetica personale. Si tratta però di un libro che lascia il tempo che trova, come la nebbia che spumeggia nel giorno dell’omicidio. L’impegno a mantenere celato il vero colpevole c’è, il colpo di scena però tende a perdersi nelle pagine che vengono proposte come un resoconto giornalistico. L’elemento di storia vera messa in campo da sola non è proprio sufficiente.

L‘autrice, Florence Aubenas, è una giornalista francese. Ha svolto la sua opera di reporter per varie testate giornalistiche transalpine. Cronaca, quindi, e infatti il taglio del romanzo è prevalentemente cronachistico, scritto da chi è abituato a dare una notizia senza generare suspense di nessun tipo. Il romanzo alla Simenon dove tutto è vero, come viene dichiarato, forse lascia qualche dubbio (per il semplice accostamento al noto scrittore).

Massimo Fusai. Segui su Instagram.