A che distanza è il cielo

A che distanza è il cielo, di Bruno Manca.
A che distanza è il cielo, di Bruno Manca.

A che distanza è il cielo? Forse a quella di un cuore.

Aveva letto su internet che esistono stelle che alla fine della loro vita esplodono divenendo luminose. Lei non sapeva se poteva diventare luminosa, sapeva però che le restava poco da vivere. Si chiamava Amelia, diciotto anni appena compiuti e avrebbe voluto diventare pilota di linea. Su di un aereo era però salita una volta, aveva sei anni ed era un veicolo ambulanza che la portava in Francia per un delicato intervento.

Da casa, dalla sua stanza, vedeva gli aerei in decollo e atterraggio. Li conosceva tutti a memoria, il nome in codice, la provenienza o la destinazione. Lei si sentiva come un aereo in stallo, senza più portanza capace di sostenerla. Avrebbe dovuto avere un cuore nuovo, il suo era come un motore a elica che spuntava fumo. Però l’ambulanza aveva avuto un incidente e il cuore nuovo era volato senza di lei, a trenta metri o più dal punto d’impatto.

Distanza e cielo:

Non siamo affatto ai tre metri sopra il cielo alla Moccia, anche se di sentimenti si parla e in maniera profonda, anzi dato che parliamo di cielo direi addirittura altissima. Del resto quale è la vera distanza del cielo? Quella dove solcano le nuvole? Dove volano le rondini? Scientificamente il cielo non esiste, esiste l’atmosfera che circonda il pianeta, ma è interessante che come esseri umani diamo valore a un qualcosa di alto contrapposto a dove posiamo i piedi. Il cielo è una entità da sogno antichissima, simboleggia la libertà identificata con il volo, che esce dai confini geografici e quelli terreni dell’esistenza.

La protagonista è Amelia, una giovanissima in attesa di un trapianto di cuore. Un’attesa che pareva essere terminata se non fosse per il destino. Non può avere una vita intensa come quella dei suoi coetanei, però può volare, con la testa e con il cuore. Il suo unico sfogo è un simulatore di volo ricostruito in casa, lì può stare ore senza sentire stanchezza, facendosi cullare dal rumore dolce come un mantra dei motori Rolls-Royce, in pratica una droga benefica. Sfida il vento teso perché è l’opposto di cosa può fare lei, essere sempre calma. Adora i cumulonembi perché la rappresentano dentro.

Amelia scrive un flight book (diario di volo), dialogando con un certo comandante, molto facile da capire chi è nella realtà. La seguiamo nella ricerca di significato della sua condizione e di ciò che la circonda. Gli aggeggi che la controllano nella stanza superano quelli presenti in cabina di un Airbus A380, persino in vacanza è costretta al monitoraggio del proprio cuore. Come piano B al diventare pilota ha inventato una compagnia aerea, specializzata nel trasporto dei malati da un ospedale all’altro, compresi medici e una sala di rianimazione in ogni velivolo. Ma, forse, i piani B sono tanti.

La famiglia è l’aeroporto principale. Il padre gli aerei li aggiusta, con lui ha un rapporto stretto, ovvero le sue luci segnaletiche per l’atterraggio oppure colui che le fa riprendere quota se necessario, La madre, correttrice di bozze lavorando da casa, è il pilastro algido, una valigia importante. Ambe due però sono come su delle frecce tricolori senza sapere quali manovre fare.

Una storia alta come il cielo:

Un romanzo scritto in maniera semplice e diretta, come semplice e diretta è Amelia, un’adolescente che si trova a gestire un qualcosa più grande di lei. I capitoli hanno titoli afferenti al mondo del volo, che nel caso specifico invece raccontano lei e le sue speranze, come la scatola nera che raccoglie tutto, comprese le bugie e le gioie. In questa opera di rendicontazione, la protagonista Amelia, viene aiutata don Ste (abbreviazione di Stefano) e Vera una pilota silenziosa, per non sentirsi come gli aerei abbandonati nel deserto.

A che distanza è il cielo è un romanzo che entra nel profondo, pur volando alto (l’ho accennato prima). Questa profondità è merito di un autore quasi esordiente, nel senso che non è la sua prima pubblicazione ma con questo libro esordisce nel panorama dell’editoria importante. Bruno Manca è uno scrittore romano di cui poco sappiamo e sicuramente fa bene a mantenere il riserbo sulla sua vita. Ha esordito nel 2009 e sempre nel medesimo anno ha vinto il concorso letterario «Carabinieri in giallo» A che distanza è il cielo ottiene la pubblicazione con TEA grazie al torneo letterario IoScrittore.

“L’altezza cui potete aspirare di arrivare è proporzionale alla profondità dell’oscurità cui siete disposti a immergervi.

Massimo Fusai. Segui su Instagram.