Il borgo dei segreti intrecciati

Il borgo dei segreti intrecciati, di Simona Soldano.
Il borgo dei segreti intrecciati, di Simona Soldano.

Il borgo dei segreti intrecciati, dove s’intersecano segreti (appunto), persone e personalità.

Martina aveva trovato il luogo senza bisogno del navigatore. Si sentiva soddisfatta e un po’ frastornata per via delle curve, alla fine si era limitata sbagliare strada soltanto due volte. Aveva preso in affitto una casa di campagna, presso il borgo Grifone in Umbria. All’interno dell’abitazione era presente un curioso odore di chiuso e di lavanda. L’impianto elettrico non era proprio un granché, solo una lampada stile Tiffany dai colori sgargianti pareva funzionare, oltre a una presa sopra il lavandino. Martina comunque si sentiva bene, aveva bisogno di staccare, riprendere a dipingere e riaprire il suo blog.

Una vecchia residenza, nel presidio del borgo, era l’abitazione dei proprietari della casa affittata, una signora chiamata contessa e il figlio. Una pin-up inattesa le aprì e prese in carico la sua registrazione. La residenza presentava un grande parco, Martina ebbe il permesso di visitarlo anche se non era aperto al pubblico. Allo stesso modo poteva introdursi anche nel labirinto del parco, dato che la contessa chiudeva un occhio con tutti gli affittuari.

Il silenzio del posto vienne disturbato dal rumore di una auto smarmittata, poi l’imbrunire, un momento meraviglioso da godersi in santa pace. Il parco della residenza si trovava di là dalla siepe, un lampione all’imbocco del viale proiettava un tenue alone. Un ombra si stagliò in controluce. Un uomo enorme e deforme: non poteva essere, non esistono mostri del genere.

Segreti intrecciati:

Forse l’approccio alla storia, che ho rappresentato, potrebbe portarvi a credere che si tratti di un horror (l’uomo enorme e deforme è probabile induca a questa idea). Posso affermare con gioia che non lo è affatto, si tratta di un giallo-thriller sviluppato con garbo e gusto, lasciando spazio al pathos e all’ironia, all’intreccio scabroso e alla leggerezza.

“Intreccio” è proprio il termine più giusto, in quanto troviamo una serie di personaggi, compresa la protagonista Martina, che si incrociano a creare un divertente rompicapo. Infatti, persino i misteri risultano intrecciati in questo borgo che pare essere un luogo ideale o forse solo idealizzato. La protagonista tutto sperava meno che trovarsi impelagata in questa vicenda, voleva fuggire dal mondo invece il mondo le viene addosso, un po’ come la montagna è Maometto (più o meno)

Un giallo dicevamo: sì, perché troviamo un morto e di conseguenza una indagine. Solo che l’indagine non sarà quella ufficiale di un commissario o un procuratore, bensì svolta sottobanco, proposta da un amico della vittima che non crede alla fatalità. In questo contesto Martina si trova coinvolta suo malgrado, (è per questo che si può affermare che i guai cercano lei). Involontariamente perfetta, con la sua aria goffa si aggira sottovalutata perché ritenuta imbranata e non presa sul serio. Si tratta di un giudizio che la colpisce ma non la stupisce, in quanto è la percezione che ha di sé stessa.

Quindi personaggi che s’intrecciano, ognuno con aspetti che possiamo definire particolari e misteriosi. I principali sono: un pittore, Lippo Fiorenzini che tutti chiamano maestro, un uomo con i capelli bianchi legati da un codino che vive a Perugia con una madre centenaria ma viene nel borgo per gestire i suoi corsi e incontri artistici. Il critico d’arte Sergio Miniere che ti rimane antipatico fin dalle prime battute. L’uomo dell’emporio con gli occhi a camaleonte che ripete sempre “si resiste”. La contessa, che pare uscita da un party del grande Gatsby, e il figlio Altero, i quali sembrano credere che chi viene in affitto nel borgo voglia attenzioni e compagnia. Daniele il ragazzo musone. Rosanna la cacciatrice di scoop, che spera di diventare giornalista. Penny, una straniera che mi rammenta tanto l’attempata zitella inglese recitata da Montesano. Un pavone arrogante, di nome Flannery. Infine l’uomo che abita nell’ex frantoio.

Insomma un bel mescolone divertente e appassionante (chi muore lo scoprirete voi), per una lettura che esce dai binari del genere classico del giallo. Martina, la protagonista, è simpatica e atipica, nonostante la sua natura la porti a rifuggire ogni rapporto umano, infatti è una solitaria, diciamo più precisamente che vorrebbe esserlo ma non ci riesce. L’aspetto sociale preponderante è quello creato con i followers del blog che gestisce, perché mediato da un computer.

Interessante nella storia è il labirinto posto nel parco della vecchia residenza. Una specie di doppio labirinto, una vera illusione sia dentro che fuori, rappresentata dal simbolo duplice dello Yin e Yang.

Una protagonista che scioglie gli intrecci:

Martina non è una novità nel contesto del romanzo giallo-thriller. Questo è il secondo romanzo imperniato su questa giovane misantropa dalle mille doti. Nella prima avventura stava cercando rifugio lontano dall’umanità curando un faro in una isola del Tirreno, adesso in un borgo fuori dal mondo ma le capita sempre di tutto, compresa l’intrusione di una nipote adolescente irrequieta che ha hackerato il server della scuola per fare risultare ciò che vuole. Persino i followers del blog sono in pratica gli stessi.

La mente che l’ha fatta nascere è quella di Simona Soldano, una giovane scrittrice romana, la quale potrebbe assomigliare al personaggio di Martina, a parte il fatto che non è una misantropa. Questo è il suo secondo romanzo ufficiale, dell’esordio nel modo del libro ho avuto modo di parlane e questa seconda uscita avrà di sicuro lo stesso successo.

Di Simona Soldano sappiamo poco, è un’autrice che tiene ben celata la sua privacy a tutti noi grandi ficcanaso (ebbene sì, in questo rappresenta in pieno Martina). L’unico dettaglio che conosciamo è quello che lei è sempre stata dentro al modo dei libri, prima come libraia e curatrice di mostre, poi come autrice di testi anche per bambini.

“Guardi, se devo essere sincero, per me è stato Flannery”, ha risposto, “con quel suo brutto carattere. Nasconde qualcosa quell’uccellaccio maledetto.”

Massimo Fusai. Segui su Instagram.