Bianco come Dio

Bianco come Dio, di Nicolò Govoni.
Bianco come Dio, di Nicolò Govoni.

Bianco come Dio, in quanto in quella zona dell’India il colore della pelle era un simbolo di privilegio, un motivo d’immeritata ammirazione che significava anche distanza e separazione. A vent’anni volontario, perché si sentiva vuoto ma anche credendo di sapere tutto del mondo e della vita. L’india, invece, in pochi giorni cancellò quelle convinzioni false e quel vuoto, riempiendolo di gioia.

Un orfanotrofio nel sud dell’India, Dayavu Home. Un cambiamento assoluto nel proprio modo di essere. I primi regali ricevuti da un piccolo gruppo di bambini e i loro volti che s’illuminano. Così quella che doveva essere solo una esperienza diviene una scelta di vita prorompente. Una scelta di vita che significa sacrificio nel momento in cui saluti la famiglia, il fratello e i nonni, per un’altra realtà che molti non comprendono facendo a volte domande assurde.

Il mondo è difficile, puoi rassegnarti e accettarlo oppure rimboccarti le maniche e anche se non sai cosa vuoi essere puoi sempre diventare un uomo migliore. Una persona da sola forse il mondo non lo cambia, ma nel suo piccolo può cambiarlo a un bambino. Allo stesso modo venti bambini insegnano a lui che si può sempre migliorare.

Non è Dio ma solo un ragazzo:

Aiutarli a casa loro: un concetto utilizzato a vario titolo, spesso anche a sproposito. Essere utili là dove le persone hanno bisogno, questo dovrebbe essere una buona interpretazione della frase citata. L’autore di questo libro fa parte di quella numerosa categoria di persone che sono andate ad aiutare là dove vedeva il bisogno. Questa idea di aiuto, che non significa per forza soccorso medico e nel caso specifico diviene educazione scolastica, è perfettamente descritta e rappresentata in questo lungo ripercorrere delle proprie esperienze.

Il ragazzo che era e l’uomo che poi diventa, mostrando che il cambiamento è il seme della vita. È la trasformazione personale che viene manifestata in queste pagine ed è espressa descrivendo il vuoto originario. La vita da studente, seguendo gli schemi tipici della nostra società, non era sufficiente a fornirgli senso. Lo troverà nel sorriso sincero e semplice di un manipolo di bambini in India che mangiavano in terra. Sono scelte non facili, in particolare a venti anni ma sono decisioni che provocano forti cambiamenti di cui l’animo era già preparato.

Un libro, una storia da condividere, non un romanzo. Lo scritto non ha lo schema del saggio e non ha nemmeno un valore documentaristico, è solo esperienza personale pura e semplice. Lo stile non è quello del romanziere e magari un po’ si perde, nel complesso rimane il profondo valore trasmesso e riconoscibile nell’impegno quotidiano raccontato. Infine il progetto di solidarietà portato avanti da questa pubblicazione, di cui una parte viene destinata al proseguimento dell’iniziativa.

Nicolò Govoni non è un vero scrittore, è una persona che ha deciso il proprio impegno per chi ha meno e lo racconta nel modo più semplice possibile. Ha fondato una organizzazione che crea scuole per bambini profughi, sia Samos in Grecia che in Turchia.

Massimo Fusai. Segui su Instagram.