La strada

La strada, di Cormac McCarthy.
La strada, di Cormac McCarthy.

La strada è deserta. Un uomo e un bambino sono sulla strada. Non si conoscono i loro nomi, non si sa la loro storia e da dove vengono, sappiamo solo che vogliono sopravvivere.

La strada è grigia, il cielo è grigio, la pioggia e la neve sono grigie, tutto è grigio. Il mondo ha subito una catastrofe che ha ucciso la gran parte dell’umanità. In un’ambientazione post qualche cosa, che non ci viene narrata, vediamo le vicende quotidiane di un padre che cerca di tutto per proteggere il suo bambino.

Un carrello di un supermercato è il mezzo che usano per contenere tutta lo loro ricchezza, fra cui delle coperte, un po’ di cibo in scatola trovato, una pistola con due soli colpi.

In anni in cui hanno spopolato storie di zombie, in particolare nel cinema, dopo pandemie stranissime o cruente modifiche genetiche successive a guerre nucleari, abbiamo invece il racconto di un tentativo di scampare alla morte e non soccombere alla violenza che si manifesta dopo una grossa crisi a livello mondiale.

Quello che spiazza il lettore sta nel fatto che non viene mai detto nulla di cosa sia accaduto. Siamo tenuti all’oscuro dei fatti, perché la catastrofe è successa? Cosa è avvenuto? come mai tanta gente è morta e il mondo è chiuso in questo grigio freddo che circonda tutto?

Ma ancora di più, chi sono l’uomo e il bambino? Come hanno fatto a sopravvivere alla catastrofe? Di loro possiamo solo capire cosa fanno e pensano in quell’istante, i brevi rintocchi delle loro parole.

Il romanzo è solo la cronistoria del loro tentativo di raggiungere la costa, quasi in modo dettagliato, giorno dopo giorno. Una lunga marcia per la sopravvivenza con tutte le conseguenze e gli incontri che ne derivano.

Un’ambientazione surreale, distopica, che definire fantascientifica è un azzardo perché non troviamo nulla di fantastico, anche se si tratta di una visione totalmente improponibile per l’esperienza comune da diventare quasi magica. Un mondo desolato dove troviamo solo l’essenza di un rapporto padre figlio. Un genitore che si spende come può per difendere suo figlio da qualunque cosa.

Probabilmente molti conosceranno la trasposizione cinematografica, girata con attori di grande fama. Il fatto è che un film tratto da un lavoro fortemente interiore rischia di non rendere nulla del romanzo e così è stato a mio modo di vedere. Il racconto, svolto con un susseguirsi di brevi paragrafi, conduce il lettore a scoprire quello che non vorremmo mai si avverasse.

La strada è l’ultima opera scritta da Cormac McCarthy (in realtà ci sarebbe “the counselor” che invece è un testo scritto prima per il cinema). È un romanzo abbastanza recente, del 2007, e nel 2009 ha vinto l’ambito premio Pulitzer per la narrativa, scritto con uno stile che possiamo considerare sperimentale e che molti forse vedranno come noioso o stucchevole. I dialoghi sono inseriti dentro la narrazione in una logica di continuità che pone tutto allo stesso livello, senza distinzione.

Siamo ancora noi i buoni? Sì, perché portiamo il fuoco.

Massimo Fusai. Segui su Instagram.