Un prosciutto e dieci ducati.

Un prosciutto e dieci ducati, romanzo storico di Enrico De Agostini.
Un prosciutto e dieci ducati, romanzo storico di Enrico De Agostini.

Cosa può valere “un prosciutto e dieci ducati“?
Siamo agli sgoccioli del diciottesimo secolo. I francesi sono in Italia, anzi nelle tante Italia. A Cirello, un paesello Sannita, si vive l’aria della rivoluzione giacobina contro i Borboni.

Don Giovanni è accusato di essere con gli uni e con gli altri. Subirà di tutto, compreso un processo e un prosciutto e dieci ducati sono il prezzo pagato per una lettera falsa predisposta dai suoi nemici: “Conosco per l’appunto uno scrivano a Pesco, che con la penna sa fare miracoli“.

La storia studiata è fatta di grandi uomini, spesso anche grandi imprese. Però la storia non si farebbe se ci fossero solo i grandi uomini. La storia è tale perché esistono i piccoli uomini che la sostengono, come il mare o meglio la tanta acqua sostiene una nave di acciaio. Sì, è la mia opinabile opinione: Napoleone, Cesare, Alessandro magno e tanti altri, sono tali in quanto migliaia di piccole storie hanno fatto da materasso alla loro e la giustificano. Queste piccole storie, apparentemente insignificanti, sono pane per i denti della letteratura, quella pura, fine solo a se stessa, che non ha ambizioni internazionali ma che rincuorano il vero lettore.

Enrico De Agostini, uno scrittore minore ma con una carriera diplomatica alle spalle di grande rilievo, è l’autore di questa piccola chicca. Uno spaccato molto particolare della nostra variegata penisola, in anni veramente tumultuosi (ma che anche oggi non sia così?), ricolma di varia e ben descritta umanità in un periodo che va dal 1792 al 1815.

Cosa può rappresentare di nuovo questo romanzo? Principalmente che le vicende umane, o le sue miserie, si ripetono continuamente e nulla di nuovo si scopre su questa terra. Una banalità? No, è proprio l’aspetto che fa risaltare questo romanzo rispetto ad altri, più che il linguaggio tendente all’antico che giustamente ci fa immergere nel periodo; ben più che la grande storia, la quale vede le forze napoleoniche giungere fino a Napoli per esportare la loro democrazia; più che lo spaccato culturale campano, che viene descritto in modo impeccabile e piacevole. Ebbene, più di tutto questo, che possiamo riassumere come una cornice assolutamente necessaria e valida, valgono le misere sorti dell’uomo che danno vero significato alla narrazione.

Un romanzo storico che parte da una storia vera, una ricostruzione documentata di piccole vicende che divengono fatti importante per i protagonisti. Ogni tanto l’autore cita il documento originale da cui ha tratto questo romanzo, riportandone le frasi testuali quasi a definire capitoli all’interno di capitoli. Un sottolineare che non risulta eccessivo ma, come una testimonianza, ribadisce.

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