Un treno per Berlino

Un treno per Berlino, di Luca Granato.
Un treno per Berlino, di Luca Granato.

Il treno per Berlino è fermo sul binario. All’alba i treni sembrano davvero addormentati e le stazioni hanno un’aria sonnolenta anche nella odierna Germania, dove le carrozze sono pulite persino all’esterno.

Due uomini, due sconosciuti che s’incrociano casualmente su di un treno in partenza per Berlino. Due generazioni distinte e distanti. Bertfried Ziegler, un anziano ossuto che da giovane voleva fare il giornalista, e Cosimo Beningarda il quale lavora come lettore di lingua italiana alla Freie Universität Berlin.

Gli incontri non sono mai banali, sono il portale di accesso a un cosmo diverso in cui domina il passato. L’incontro casuale fra due persone che non si conoscono pare dare avvio a una inconscia confidenza, che si dipana negli anni tragici, anche se apparentemente ricchi nei suoi inizi, della Germania nazista.

Una vita difficile, quella di Her Ziegler, a partire dai rapporti con il padre fino all’incontro con Hanne.

La forza immaginifica del treno.

La mia vita da pendolare mi ha portato a condividere molti spetti di questo romanzo. I treni alla mattina presto, l’incontro e la possibilità di ascoltare. In treno è il momento in cui principalmente leggo, ma in questo caso ho partecipato ad un incontro, quasi fossi stato presente su quei sedili in cui la storia prende letteralmente il volo.

La tragedia di questo romanzo non può essere banalizzata dall’idea del colloquio, in quanto dietro c’è molto di più e il dialogo dei due personaggi sulla carrozza del treno per Berlino è solo un gustoso sotterfugio letterario per addentrarsi dentro l’animo delle persone e della storia.

Di Luca Granato sappiamo poco, ma forse non è poi così fondamentale. Ligure, classe 1972, non particolarmente social, vive e risiede attualmente a Londra. Non ho trovato altre pubblicazioni di questo autore, da cui l’idea che questo sia il suo romanzo ufficiale di esordio espresso ad un livello veramente buono.

Uno scrittore non professionista come tanti e in maniera forse scontata posso dire che ha un modo di scrivere interessante, da cui si esprime uno stile sincero e non eccessivo, uno schema narrativo semplice ma che entra in profondità. Con rammarico direi che questo romanzo forse meritava molto di più.

Massimo Fusai. Segui su Instagram.