Le colpe degli altri

Le colpe degli altri, di Linda Tugnoli.
Le colpe degli altri, di Linda Tugnoli.

Le colpe degli altri servono per lo più a nascondere le proprie, perché ogni vita nasconde un segreto e ogni luogo un mistero. Allo stesso modo ogni delitto nasconde una storia profonda.

Guido Boggio-Martinet, abitante in via Boggio-Martinet, cascine Boggio-Martinet. Il cognome è di un illustre senatore piemontese del regno ma non sono parenti. Guido fa il giardiniere dopo anni trascorsi a Parigi nel campo dei profumi, anni che vuole dimenticare.

Aveva un appuntamento per vedere un giardino di una vecchia villa sulla valle. Nessuno ad attenderlo ma il cancello era aperto. All’interno un finto tempio greco e lì sul pavimento una ragazza bionda morta.

La ragazza aveva qualcosa di particolare, indossava un abito lungo azzurro di foggia antica, come la rosa che aveva per le mani, forse una rosa damascena, e l’inconfondibile fragranza di un profumo fuori commercio che lui riconosce benissimo.

Accanto al corpo la foglia gialla inconfondibile di un Ginkgo Biloba, un albero raro di provenienza cinese. La polizia indaga, come è ovvio, solo che Guido quel dettaglio della foglia non lo segnala alle forze dell’ordine.

Inizia una indagine tutta sua, alla ricerca di un Ginkgo Biloba nella valle, alla ricerca della storia misteriosa di questa ragazza, i cui unici indizi sono un vestito antico, una rosa antica, un profumo antico.

Le colpe degli altri in una foglia di Ginkgo Biloba:

Il romanzo è ambientato In Piemonte, nelle alte e difficili valli montane ai confini con la Valle d’Aosta. La valle del Cervo è un territorio alpino della provincia di Biella, dominato dal lungo il corso del torrente Cervo. In questo non facile luogo si sviluppa l’intreccio godibile del mistero qui narrato, che esce dallo schema classico del thriller o dell’indagine governata dal geniale commissario di turno.

La vita è dura nella valle, lo è sempre stata e i valligiani sono sempre a lavorare, parlano poco e non stanno mai con le mani in mano. Lo sa il commissario di origine sicula, che non riesce a capire questa gente. Infatti il testo è un viaggio nell’animo di una cultura montana che pare essere sempre chiusa, come il loro modo di parlare. Per questo l’autrice gioca moltissimo con quella lingua, a volte difficile da leggere.

È raro trovare romanzi che s’immergono nei dialetti piemontesi, in quei modi di dire e in particolare del dialetto della Bürsch che permea quelle zone. Nonostante questo la storia riesce a creare una relazione con il lettore, non il classico e scontato patto creato dal narratore ma una vera e propria unione che diviene intima confidenza nel dipanare la vicenda del protagonista e dei personaggi che gli girano intorno.

Il cuore di tutto questo è il Ginkgo Biloba, un albero che pare non invecchiare mai, resistentissimo, capace di sopravvivere migliaia di anni e pare che alcuni esemplari siano sopravvissuti alla terribile bomba atomica caduta sopra la citta di Hiroshima. Un albero tosto, come la gente di quella valle.

Un’altra esordiente:

Le colpe degli altri ha girato nel 2018, prima di giungere alla meritata pubblicazione, con il titolo provvisorio “Ginkgo Biloba”, proprio a richiamare la foglia di questo albero asiatico di origini preistoriche. In effetti è un titolo difficile da cogliere, non fornendo l’idea che si tratti di un romanzo che si avvolge di mistero. L’esperienza maggiore di una Casa Editrice di fama ha dirottato il tutto su di un titolo maggiormente accattivante, ma la misteriosa foglia rimane nell’immaginario di chi legge.

Linda Tugnoli, ancora un’altra esordiente ma non proprio una persona alle prime armi, dato che nella vita fa l’autrice e regista di documentari in particolare per la RAI. Nonostante questo è giunta alla meritata pubblicazione grazie alla nota selezione del gruppo editoriale GEMS che ha potuto valorizzare maggiormente un ottimo romanzo.

“Ma cos’è una rosa senza il profumo?”

Massimo Fusai. Segui su Instagram.