Dove si nascondono le rondini

Dove si nascondono le rondini, di Enrico Losso.
Dove si nascondono le rondini, di Enrico Losso.

Dove si nascondono le rondini: lo scriveva Lamberto, un ragazzino di tredici anni che aveva una calligrafia bella come quella del nonno e gli piaceva studiare. Siamo negli anni ottanta, i mondiali di Spagna sono alle spalle e lui aveva in camera un poster di Paolo Rossi. In un raccoglitore teneva le cose più importanti, fra cui l’intervista a suo padre carabiniere dopo aver sventato una rapina.

Andò a giocare un’oretta, voleva fare parte del gruppo dei Lupi Matti e non aveva ancora fatto il giuramento. Per fare parte del gruppo poteva accettare qualsiasi sacrificio, avrebbe anche dovuto uniformarsi ai loro risultati scolastici senza apparire un secchione.

La sfida a nascondino, subire la tana dagli altri e i loro sberleffi. Doveva scovare Danilo, nascosto chissà dove, forse in un casolare che pareva abbandonato. Come i Sioux si mosse in punta di piedi fino alla rimessa di quella costruzione, però Danilo non era lì e non sapeva più dove cercarlo. Un rumore alle spalle. L’immagine di una persona che si era avvicinata a soli tre passi da lui. La cosa che stringeva in mano aveva tutta l’aria di essere una pistola vera.

Punti di vista:

La vita è la storia è fatta di punti di vista, soprattutto di fronte allo stesso contesto. Sono quelli del ladro o del poliziotto, sono quelli del tifoso che vede la propria squadra beneficiare di un rigore sempre giusto o subirlo e allora è ingiusto. Questo romanzo rappresenta in pieno questo concetto, perché il punto di vista ti pone di fronte a scelte spesso in contrasto, scelte che a volte non prevedono compromessi.

Punti di vista che divengono momenti di vita e nel romanzo troviamo proprio questa chiave di lettura. È la storia di un incontro fra il figlio di un carabiniere e una brigatista. Sono gli anni ottanta, un periodo storico che ha visto l’inizio del declino del movimento di lotta armata e poi la loro fine. L’Italia ha vissuto degli anni che vennero definiti “di piombo”, tragici e pieni di ideologia. La narrazione non entra nelle questioni storiche o filosofiche, casomai conduce alla riflessione facendo emergere il contrasto.

Il grande rischio, in questi casi, poteva essere quello di fare una lezioncina fuori luogo. Il romanzo invece gioca sulle due diverse personalità dei protagonisti, sulla distanza generazionale, sulle esigenze personali. In tutto ciò è apprezzabile un lasciarsi andare a temi nostalgici dell’infanzia, forse facenti parte dell’esperienza dell’autore come l’accenno ai pennarelli Carioca (che esistevano anche durante la mia d’infanzia) o i passaggi citando canzoni di De André.

Esordi che non si nascondono.

Dove si nascondono le rondini è un romanzo d’esordio, di quelli che a me piace leggere e raccontare. Enrico Losso si presenta così nel panorama narrativo, una nuova e interessante voce di cui restiamo sintonizzati per scoprirne il futuro. Veneto di nascita vive a Ferrara, è un pendolare come me e già questo me lo rende molto simpatico. Appassionato di storia e romanzi storici, si è cimentato in una narrazione che vede proprio elementi storici della nostra Italia.

Deve la pubblicazione di questo romanzo all’ottimo risultato nel torneo letterario di Io Scrittore, gestito dal gruppo editoriale GeMS che ha aperto le porte della Garzanti. Un torneo che è anche una piccola fucina di testi di buon valore e alcuni di questi autori da loro scoperti sono stati trattati nel mio blog.

“Ho visto un’immagine. Le rondini sono bellissime.”

Massimo Fusai. Segui su Instagram.