Gli insospettabili

Gli insospettabili, di Sarah Savioli.
Gli insospettabili, di Sarah Savioli.

Gli insospettabili potrebbero essere personaggi la cui apparente levatura morale può fare pensare a un principio di assoluta assenza di colpa, un po’ come nel film di Elio Petri “Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto”. Invece siamo lontani da questa visione, anzi la stessa copertina dovrebbe dare un indizio importante. Insospettabili perché nessuno pensa a loro e non s’immagina possano sapere e dire molto.

Il luogo non è fondamentale, un banalissimo quartiere dietro una stazione e una persona, di nome Armando, vola dalla finestra e muore. Un detective privato, Giovanni Cantoni il quale in genere si occupa di corna, indaga su questa morte coadiuvato da Anna, con un accordo lavorativo particolare: lui interroga le persone, lei i cactus e le cocorite.

No, non ho scritto una scempiaggine, Anna ha il dono di parlare con le piante e gli animali, dono emerso in modo imprevisto dopo la formazione di un piccolo grumo di sangue in un’area non importante del cervello (non importante fino a quella scoperta).

Grazie a questo dono l’indagine prende sviluppi a dir poco incredibili, perché chi parla, chi ha visto e conosce i dettagli della vita della vittima sono i più insospettabili, coloro a cui mai penseresti di nasconderti se devi commettere delle cose brutte, ovvero piante a animali.

Ma non è proprio semplice parlare con gli animali, hanno il loro carattere, le loro fissazioni e vanno comunque presi per il verso giusto. Così facciamo conoscenza di personaggi a dir poco incredibili, come Marat e Robespierre due asinelli sardi di sinistra. Tarta e Rughina, tartarughe d’acqua quasi ipocondriache. I piccioni amanti dei semini i passerotti sempre impegnati a ricordare chi non c’è più.

Insomma, loro sono i veri artefici e protagonisti oltre a Banzai, il flemmatico gatto di Anna, e Otto, un alano arlecchino del Cantoni capace di sbafarsi otto cannoli come niente.

Gli insospettabili, insospettabilmente divertenti:

Tempo fa, proprio in questo mio blog, qualcuno ha lamentato il fatto che non esistono romanzi divertenti nel panorama italiano. Purtroppo non è proprio vero, c’è ne sono e anche molti e non serve fare un elenco. I testi leggeri esistono, qualche articolo in questo blog li presenta, potete divertirvi a scoprirli ma quei romanzi dovete leggerli per capirli veramente.

Comunque resta il fatto che anche un testo leggero può avere degli spunti di flessione e, guarda caso, anche qui ne abbiamo. Un testo che faccia sorridere non significa che sia spensierato in assoluto o demenziale, casomai sottolinea aspetti seri, a volte tragici, per renderli grotteschi e in tal modo ampliarne il valore.

L’umanizzare gli animali (ma poi chi è veramente l’animale?) è sicuramente un’allegoria potente che conduce a ridicolizzare ciò che noi siamo, con le nostre fissazioni o convinzioni. Infine c’è la vita di un mamma che affronta e riflette su se stessa e su quella del figlioletto.

Questo è un romanzo d’esordio, un esordio ufficiale con i controfiocchi. Il primo romanzo di un’autrice che mi ha strabiliato in maniera assoluta. Io, che seguo con piacere gli esordienti e gli emergenti, faccio tanto di cappello per la nascita di una nuova voce letteraria nel nostro ricco “ma spesso snobbato” substrato del panorama letterario. Pertanto mi è impossibile non parlare di questo libro, in quanto rende giustizia a quanti faticano per riuscire ad avere una visibilità.

Una nuova scrittrice.

Sarah Savioli è una Signora sempre sorridente e ricca di quello che molto spesso manca alla gente: la gentilezza. Forse questo aspetto, aggiunto a una buona dose di pazienza, ha creato quella energia positiva che ha condotto un manoscritto, consegnato forse senza tanta speranza, a viaggiare di mano in mano fino a giungere casualmente a una editor di Feltrinelli che ha subito creduto in quel progetto.

Ebbene sì, esiste veramente quella condizione che porta alla pubblicazione senza avere conoscenze, appoggi o altro. La vera meritocrazia e su questo applaudo. Può succedere a chiunque quindi, a patto che si consegni del materiale valido e interessante… e su questo il giudizio è sempre di chi riceve.

Sarah Savioli, dicevo, che da perfetta sconosciuta si è vista su tutte le librerie (perché va ammesso che Feltrinelli è una potenza) accanto a nomi più noti. È una mamma di origini sarde e ha avuto importanti esperienze lavorative nell’ambito delle indagini dei Carabinieri. Avete mai visto la serie TV Bones? Ecco, secondo me ci siamo vicini.

Me lo sono chiesto anche io e lo propongo a tutti voi: perché la mucca muggisce e non mucchisce?

Massimo Fusai. Segui su Instagram.