Il canto della falena

Il canto della falena, di maria Elisa Aloisi.
Il canto della falena, di maria Elisa Aloisi.

Cos’è il canto della falena, è un trucco perfido messo in atto dal maschio di quella specie d’insetto. Molto più di un sotterfugio perpetrato per garantirsi una progenie e la salvaguardia della specie. Rimane difficile immaginare quanto sia complessa la vita degli insetti, come è complessa la vita degli uomini che pur non cantando giocano sporco con il trucco e la perfidia.

Ilia Moncada, avvocato catanese. Vive un momento di difficoltà in quanto deferita al consiglio di disciplina dell’ordine degli avvocati per un infelice intervento durante un processo. Non ha tempo per fare la spesa, nemmeno per curare l’abbigliamento. È sempre in soggezione a parlare in pubblico e supera quel timore con delle pietre di calcedonio in tasca, sè è in forte difficoltà il suo corpo la protegge facendola cadere in narcolessia.

Viene quasi obbligata a seguire il caso dell’omicidio del commercialista Adriano Politi. Il caso ha un certo rilievo anche a causa della risonanza mediatica e per lo studio una importante pubblicità. L’accusata è Speranza Barone, biologa ed entomologa, moglie del commercialista trovato morto nello chalet di proprietà. Accetta di svolgere quella difesa dopo averla incontrata. Lo farà seguendo le sue regole base per il lavoro o almeno ci prova.

Regola numero uno: la verità ha sempre due versioni, quella materiale dovuta ai fatti e quella processuale. Non è detto che coincidano e la seconda conta maggiormente.

Regola numero due: mai lasciarsi andare al sentimento seguendo una causa, questo secondo è più difficile da perseguire. Esiste una terza regola che consiglia di non chiedere mai a un testimone se è sicuro della sua testimonianza.

Romanzi gialli:

È probabile che qualcuno penserà che mi sono messo a parlare di romanzetti da edicola. Sì, ne parlo perché questi romanzetti da edicola (i gialli Mondadori) sono una delle collane più longeve e di qualità della storia editoriale e poi anche perché questa pubblicazione è il frutto di un premio letterario di genere molto importante: il premio Alberto Tedeschi giunto nel 2021 alla quarantunesima edizione (spero di aver contato bene).

Il canto della falena è un romanzo che va oltre il classico giallo, ponendosi in quello spazio molto particolare in cui il gioco dell’indagine (chiamiamolo pure così), che non ha per protagonista il solito ispettore di polizia, genera un pathos avvincente pur andando a insinuarsi nei meandri complessi, e per noi incomprensibili, dei riti processuali del nostro paese.

Un romanzo per analizzare la nostra giustizia, come è organizzata (il giudice a latere, eccetera…), quali problematiche comporta affrontare un processo, il rapporto avvocato imputato e tutto senza farne un trattato tecnico giuridico. Siamo troppo abituati alle serie televisive americane, con arringhe e controinterrogatori sensazionali, che perdiamo di vista la nostra realtà, altrettanto affascinante dopo aver letto questa storia.

Avvocati, donne o uomini che siano, con i problemi tipici di tanti lavoratori nella nostra società odierna. La pressione, lo stress, saltare i pasti, affrontare le proprie debolezze e non riuscire a sconfiggerle, usare surrogati per darsi quella forza che in realtà esiste già. Un crogiuolo di vita normale che spicca per fare da cornice all’intrigo, capace di lasciare a bocca aperta e non è una frase scontata. Un giallo che è anche thriller e spaccato sociologico di un mondo a noi oscuro: quello degli avvocati. Purtroppo non posso dire oltre.

Il libro è ambientato in una Catania che m’immagino sempre solare. Una città che fa da palcoscenico generale senza essere debordante, come il palazzo di giustizia vissuto dalla protagonista con la medesima familiarità espressa dall’autrice. Infine la Catania sicula, composta di personaggi caratteristici ma non scontati, che si esprimono con quella parlata carica di espressività locale che abbiamo imparato ad apprezzare grazie ad Andrea Camilleri (è ovvio che i modi dire e parlare non sono uguali in tutta l’isola, ma chi sa capisce cosa intendo). Forse potreste pensare che alla fine non ho parlato della storia, sbagliate perché la mia chiave di lettura l’ho espressa.

Un’autrice che vedremo in futuro

Maria Elisa Aloisi, scrittrice catanese di grande qualità, è nella vita un avvocato e lo si intuisce completamente leggendo questo giallo intensissimo. Se non si ha una esperienza specifica non si può narrare il complesso delle attività di un legale proiettato al processo. I paragoni non servono, ma se qualcuno conosce John Grisham è possibile affermare che l’autrice si pone nel panorama italiano del thriller processuale esattamente allo stesso livello, solo con uno stile e uno schema letterario tutto suo.

Di lei ho avuto modo di parlare già in occasione del suo esordio, un romanzo completamente diverso come impostazione e tipo di storia. Per quanto il precedente testo fosse molto bello e vincitore un premio letterario, colpisce la forte maturità messa in campo in questo secondo romanzo, mostrando una crescita sostanziale e una grande personalità di scrittrice. Anche in questo romanzo appare la sua passione per gli animali e i cani in particolare, infatti credo ne abbia ben tre.

Qualcosa mi dice che il passaggio in Mondadori, anche se per un testo diffuso prevalentemente nelle edicole in forma di mensile, condurrà l’autrice a un importante futuro letterario. Quindi, “silenzio o faccio sgomberare l’aula”.

Massimo Fusai. Segui su Instagram.