Il testimone chiave

Il testimone chiave, di Sarah Savioli.
Il testimone chiave, di Sarah Savioli.

Il testimone chiave esiste, si tratta di colui che è in grado di svelare il colpevole, conosce la verità. Ebbene, Il testimone chiave è un carlino, una razza piccola di cane. Chissà se è nato brutto o lo è diventato, poi scatena l’inferno salendo sulla gamba del malcapitato. L’unica che può capirlo è Anna Melissari, che a causa di un piccolo problema alla testa ha avuto in dono la capacità di parlare con gli animali e le piante.

Luigi Barani è morto impiccato, lasciando alla badante tuttofare ucraina una parte dei suoi soldi. Trentaduemila e quattrocento euro, a fronte di un patrimonio di milioni di euro. I figli del Barani pensano a un raggiro perpetrato dalla donna, l’agenzia investigativa di Giovanni Cantoni è stata chiamata a indagare su una possibile circonvenzione verso il genitore. Anna pensa che l’accanimento dei figli sulla questione sia una pidocchiata,

È importante fare parlare il carlino ma non è facile, la sua pretesa sarebbe un’alana femmina da montare in cambio della testimonianza. Le vicende si complicano, perché il figlio del Luigi Barani vorrebbe sbarazzarsi del carlino ma questi, cioè l’unico testimone chiave, sparisce proprio quando Anna aveva escogitato il modo di convincerlo, con un ignobile trucco, a fornire la sua fondamentale versione.

Un romanzo vero testimone chiave:

Uno splendido ritorno e non sto esagerando, perché se un grande editore (Feltrinelli) propone l’edizione di un seguito di un romanzo (dal titolo “gli insospettabili” e di cui ho già parlato un anno fa), significa due cose. La prima che ha trovato un’autrice di valore che scrive dei testi molto belli, per secondo che il romanzo precedente a questo ha venduto e non poco. Se quanto dico vi pare una banalità, vi sfido a spiegarla diversamente.

Ritroviamo il bellissimo personaggio di Anna Melissari con la sua curiosa dote, il gatto filosofo Banzai, le tartarughe sclerotiche e un poco ipocondriache Tarta e Rughina, infine Otto il massiccio e sbavante alano del suo collega. Tutto perfettamente confezionato con una serie di nuovi personaggi animaleschi e floreali, in cui campeggia Carl il carlino tanto brutto quanto sessuomane.

Un romanzo simpatico e divertente, che promuove a pieno titolo la letteratura di svago, quella leggera capace di proporre letture che spezzano la tensione quotidiana. Persino lo schema dell’indagine è del giallo coinvolgono nel gioco creato senza l’impegno serioso dei libri di genere. Però, analizzando a pieno il romanzo, non è leggerezza fine a sé stessa e molti sono i punti di riflessione.

Il più importante riguarda il fatto che anche gli animali hanno una sensibilità, che in queste pagine viene evidenziata con una sorta di umanizzazione stile cartoons. Per quanto apparentemente grottesca la soluzione ha un senso, perché ci fa comprendere tutto quel cosmo naturale intorno a noi e le nostre debolezze. Animali e piante che divengono personaggi a pieno titolo senza divenire umani, caso mai stando un gradino sopra.

Fra i tanti personaggi voglio citare l’erbaccia spontanea, una vera rompiscatole, il gatto junghiano della psicologa freudiana, alter ego perfetto del ruolo padrone-animale domestico, e infine i pipistrelli, dei coatti sempre alla ricerca di rave notturni con overdose di zanzare. Il nostro mondo attraverso il loro essere, contrapposizione alla loro semplicità rappresentando le nostre terribili complicazioni.

La conferma di una brava scrittrice:

Sarah Savioli nasce in Sardegna ma vive nel continente, come dicono in genere I sardi. Laureata in Scienze naturali, consegue un master in Scienze forensi e uno in Chimica analitica. Ha svolto, per più di dieci anni, attività di perito tecnico- scientifico forense con il dipartimento di Fisica dell’Università di Parma e con il Ris dei Carabinieri. Lasciate queste attività ha incontrato la scrittura, arrivando per due volte finalista nel concorso “Romanzi in cerca d’autore” indetto da Kobo e Mondadori. Questi concorsi le hanno aperto le porte di Feltrinelli.

Un dettaglio non banale rende questa seconda pubblicazione ancora più importante e per la brava autrice un motivo di vero orgoglio. Del personaggio di Anna Melissari, con il suo dono di dialogare con animali e piante, verrà tratta una serie di telefilm. Non vedo l’ora.

“Che cosa sono i maciocchi?”

Massimo Fusai. Segui su Instagram.