Il disordine dell’acqua

Il disordine dell'acqua, di Marina Cravin.
Il disordine dell’acqua, di Marina Cravin.

Il disordine dell’acqua è quello stato indefinibile che ci conduce a una condizione di difficoltà, da cui istintivamente cerchiamo di uscirne. È come l’acqua nel naso, un elemento estraneo dove invece deve esserci solo aria libera. A cosa serve l’acqua? Sentirselo chiedere e non rispondere, con le caviglie prese a morsi. L’acqua nel naso, appunto, come quando i cugini ti ficcano la testa sotto al mare.

Mi chiamo Clara e sono nata a Venezia, nel piano nobile di un palazzo. Così si presenta la protagonista e c’è sempre tanta acqua nella sua vita. Una sorella nata due anni dopo, che la giudica masochista nel rapporto con gli uomini. Ma i pugni sono alzati al cielo dopo una metà del figlio, gettatosi sull’erba proprio al centro dei pali. La gioia era anche perché Gaetano, il padre di quel ragazzo arrivato a metà, se ne era andato definitivamente.

Sposa bagnata, sposa fortunata. Era il tormentone del primo matrimonio e se l’amore ritorna crea solo una grande confusione. Aveva capito che sposarsi una seconda volta era un errore grande, solo che la morte dei genitori avevano tolto ogni riferimento. “Ma perché ti sei risposata?” le amiche lo chiedevano.

Come l’acqua nel naso:

A cosa serve l’acqua se deve produrre disordine nell’io nascosto? Purtroppo non è solo l’io nascosto, anzi spesso è anche quello esteriore, che ti porta a scelte che paiono fare affogare in un bicchiere d’acqua. È quella l’acqua nel naso, perché la bocca puoi anche chiuderla ma le narici si riempiono e altro non si può fare che cercare di uscire portando su la testa. Un tentativo, in quanto la testa può tornare di nuovo sott’acqua.

“Erano imprevedibili. Spesso non riuscivo a tapparmi il naso perché si susseguivano a breve distanza e detestavo perdere il controllo oltre ad avere l’acqua nel naso.”

L’acqua non è quella reale, non per forza. Alla protagonista non piace l’acqua, eppure è circondata dall’acqua, sia quella della laguna di Venezia sia della propria esistenza, delle scelte sbagliate (involontarie e volontarie). Tante le domande e altrettante le non risposte. Post-it che diventano la scorciatoia dei propri tormenti. Post-it potrebbe essere un sottotitolo a questa storia. Poi il rugby, come alterego dell’acqua

Ogni cosa può essere ricondotta a una fase di una partita di rugby, quasi fosse una metafora della vita, della lotta per essere sé stessi e quelle fasi la protagonista le attraversa tutte, alla ricerca della meta agognata. Una partita di rugby, dicevo, cercando di agguantare una palla ovale, difficile da gestire. Poi correre, evitando gli attacchi duri di tutto quello che circonda, idealizzati in ventinove giocatori, chi a supporto e chi per fermarti. Tutto solo per superare una linea

Proprio quello è il fondamento di esistere: superare sempre una linea, come tornare a respirare sopra il pelo dell’acqua. Per fare questo la vediamo coinvolta in un vortice di trasgressioni e bugie, travestendosi in altre sé, personaggi che potevano parere veri ma nascondevano l’essenza. Il primo figlio è la gravidanza che fa sentire una donna immortale. Il sesso come tecnica per non uscire di senno.

Il testo e l’autrice:

Un romanzo scritto in prima persona, concentrato sulla protagonista, sulla sua potente critica autoironica. Viviamo i suoi pensieri e gesti, godiamo e soffriamo con lei. Pagina dopo pagina abbiamo l’impressione di esserle accanto e allora provi ad afferrarla per un braccio cercando di farle evitare quelle cadute. Un testo che richiama in modo clamoroso le tematiche della corrente letteraria del romanticismo, senza porsi fuori dal tempo moderno. Quindi troviamo sincera espressione dell’animo, emotività, individualità e spontanea generosità.

Marina Cravin, una nuova voce nel ricco panorama letterario, un esordio importante con un romanzo di narrativa generale fortemente orientato sulla protagonista. Marina Cravin scrittrice, ma soprattutto veneziana a tutto tondo, proprio come la protagonista Clara. Ama Venezia in modo totale, da vera cittadina e non come noi che magari la conosciamo da turisti. Dell’autrice potremmo sapere di più, ma ci limitiamo a quanto lei stessa ci comunica, ovvero (Scrivo, fotografo, disegno, cucio. E respiro). In effetti confermo che la fotografia è una sua seconda passione, che porta avanti con ottimi risultati. Il romanzo “il disordine dell’acqua” è fra le opere selezionate dell’edizione 2022 di Fai Viaggiare la tua Storia di LibroMania. Esordio di grande qualità, ovviamente attendiamo il futuro.

“Se io sono io, perché tu sei tu?”

Massimo Fusai. Segui su Instagram.