Incisioni

Incisioni, di Antonella Bagorda.
Incisioni, di Antonella Bagorda.

Incisioni, quelle che rappresentano chissà cosa, nella pelle e nella carne, nel peso degli errori e nelle morti da liberare.

Il commissario Gaetano Papaleo non tollerava essere disturbato mentre guardava il tennis in televisione. Il telefono squillava, il campanello anche. Provò a fare finta di niente ma alla fine rispose al citofono. Un nome annunciato: ingegnere Capualdi. Per il commissario poteva pure crepare quello lì, solo che era crepato veramente. Ucciso nella sua villa, senza che fosse stato rubato nulla, solo un braccio amputato con una scarnificazione in cui risaltava alla vista un numero.

Il medico legale ufficiale, impossibilitato per gravi problemi, viene sostituito da una giovane specializzata al primo incarico, Nally McBag. Papaleo, che non la conosceva, commentò irritato “chi è quella?”. Chiamata per valutare il cadavere, stava in paziente attesa del commissario, come le avevano detto di fare. Quel braccio lo vedeva amputato in modo impeccabile. In maniera fredda dichiarò che voleva effettuare l’autopsia prima di parlare di qualunque cosa o perdersi in ipotesi. Montò su di una Yamaha 750 e andò via.

Incisioni nella carne:

Un thriller, un giallo, un intrigo volto a seguire le tracce di una serie di misteriosi e assurdi omicidi che seguiranno quello dell’ingegner Capualdi. Addirittura un maiale appeso nella sala autoptica. Insomma un potenziale giallo dalle classiche caratteristiche, all’opposto (invece) si dipana un mistero che segue, in modo interessante, il filo della tragedia e della commedia. La tragedia sono le vittime, la vicenda di base che intrigherà l’appassionato lettore del genere; la commedia invece è rappresentata dal gioco dei personaggi, dalle interazioni, dal frequente modo schietto di porgersi ed esprimersi. Non c’è esibizione della perfezione, appaiono come vediamo adoperarsi tante persone nei vari ambiti di lavoro. Su questo si sviluppa un romanzo che, a momenti, pare una trattato di varia umanità basica. Personaggi che si muovono sopra e sotto le righe, ci girano intorno e si sovrappongono.

Un thriller in cui un non appaiono grandi geni dell’investigazione, casomai tutta la fallibilità umana che si lascia andare a delle ingenuità (le quali purtroppo si evincono persino nei casi reali), dove si aprono prove inquinate e non si sa il perché, vedi chiavi mai analizzate e toccate a mani nude. C’è molto di reale in questo romanzo, come a volte leggiamo nei quotidiani e sta proprio in questo il vero fiore all’occhiello della storia e che ha intrigato me.

Il romanzo gioca persino dentro dettagli tecnici, sia investigativi che medici, i quali mostrano una seria ricerca nei dettagli. Fra questi mi ha colpito molto la sega di Gigli (dal nome del medico Leonardo Gigli che lo ideò): strumento nato per praticare una pubiotomia, allo scopo di facilitare il parto in un’epoca (fine del 1800) in cui il cesareo era poco praticato e molto pericoloso; oggi utilizzata per interventi di osteotomia.

In tutto questo movimento si erge a protagonista, anche se a volte pare non esserlo, una specializzata con incarico di medico legale, Nally McBag, anzi sostituta in questa occasione. Una trentaduenne che dimostrava più dei suoi anni. Un carattere deciso, che odia essere chiamata dottoressa e ancora di più quando le storpiano il cognome. Italiana e romana per causa di forza maggiore, nonostante Nally McBag riveli origini anglosassoni precise (infatti abbiamo detto forza maggiore).

Una donna forte di carattere esteriore e debole dentro, che s’impasticca di xanax, crea barriere verso gli altri esseri umani ma sa coglierli in profondità. Un personaggio con una intensa intelligenza emotiva, che maschera nel suo quotidiano da sembrare sempre una pronta a mordere, a differenza del suo cane Deniro (come l’attore ma scritto tutto attaccato). Nally McBag non morde nessuno, mette in chiaro e comunque trova posto anche per un bacio e per la sua moto. Preciso che non c’è nessuna somiglianza, ma l’idea che la protagonista Nelly vada in moto, l’unica soluzione per evitare ritardi, mi fa ricordare molto Lisbeth Salander della serie Millenium e proprio per questo ne sono rimasto attratto.

Incisioni con la penna su carta:

In definitiva, la penna che ha creato Nelly McBag chi è? Si tratta di Antonella Bagorda, scrittrice pugliese di Cisternino, diplomata alla Libera Accademia dello Spettacolo a Roma, con esperienze in regia e sceneggiatura. Un’autrice che si muove a 360 gradi anche nel campo dei testi teatrali e cinematografici. Ha un’anima da attrice e per certi versi lo vediamo proprio nella protagonista Nally che, come afferma la stessa scrittrice, è in parte lei e in parte quello che vorrebbe essere. Posso dedurre che si tratterà di un personaggio seriale e non solo perché il sottotitolo potenzialmente lo denuncia.

Il romanzo “incisioni” è il primo ufficiale di Antonella Bagorda ma, nonostante l’appartenenza quindi al mondo degli autori esordienti, di lei già troviamo anche altre pubblicazioni, non personali bensì in condivisione con altri. Infatti è molto attiva all’interno del gruppo degli “Autori Solidali” (anche di loro ho parlato in passato). Sono un gruppo meraviglioso di autori, dediti all’aiuto solidale nella forma della scrittura, devolvendo le royalty delle vendite dei loro testi. Credo che il fatto di essere riuscita a uscire con un proprio romanzo non interromperà quell’impegno, pertanto la vedremo ancora.

Non riusciva a smettere di chiedersi cosa il professore le avesse nascosto, cosa ci facesse in quella sala autoptica e cosa stesse cercando tra i suoi appunti.

Massimo Fusai. Segui su Instagram.