Piantare in asso

La splendida Chora, nell'isola di Nasso (Naxos). Foto di Massimo Fusai.
La splendida Chora, nell’isola di Nasso (Naxos). Foto di Massimo Fusai.

Piantare in asso: è un modo di dire alquanto noto. Tecnicamente viene definita, in maniera molto difficile, una parola polirematica, cioè il cui significato è completamente autonomo rispetto ai singoli termini che la compongono. Ovvero “piantare” e “asso”.

Cosa significa piantare in asso? Molto banalmente abbandonare impunemente senza il minimo preavviso. Asso, invece, è la trasformazione italiana di Nasso, per cui la frase corretta dovrebbe diventare “piantare in Nasso”. La derivazione affonda nel mito di Teseo e Arianna, che venne abbandonata dal celebre eroe nell’isola di Nasso, nonostante lo avesse aiutato ad uscire vivo dal labirinto del Minotauro. Ora che Teseo avesse abbandonato Arianna perché obbediva a Dionisio o perché non voleva adempiere alla promessa di sposarla, poco importa al significato della frase. Il risultato fu lasciarla da sola nell’isola a sua insaputa.

Nasso, oggi Naxos nel modo del greco moderno, è una grande isola dell’arcipelago delle Cicladi. La sua cittadina, Chora, è una decisa onda spumeggiante e bianca di fronte ad una baia tranquilla. La osservo brillare radiosa alla luce del tramonto, dominata dalla fortezza veneziana che spezza il candore delle sue case con il colore caldo della terra vissuta. Ma questa macchia, dalla tonalità ocra indefinibile, non scompagina la dolcezza di questa visione, il suo candore che rimane intatto. Persino il cielo aiuta ad esaltare la bianca Chora come uno sfondo fuori fuoco, il quale serve ad esaltare il ritratto di una bellissima fanciulla. Bella come Arianna. Distesa addormentata, nel suo abito fatto di purezza proprio come era addormentata lei nel momento in cui Teseo l’abbandonò.

La memoria corre a vent’anni prima, quando visitai per la prima volta questa grande isola, alle ingenue peripezie legate alla sua visita. Esperienze che paragonate all’oggi divengono alla stessa stregua del filo di Arianna, che si dipana nei meandri del labirinto del ricordo. Ma come Teseo, anche se con minor cattiveria, abbandonerò la bianchissima Chora e Nasso. Tornerò alla vita di tutti i giorni sapendo che comunque qualcosa là è rimasto.

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