Senza fili.

Senza fili, di Edoardo Guerrini.
Senza fili, di Edoardo Guerrini.

Senza fili. Eppure sono tanti i fili che, come per le marionette, guidano una delle tante vicende tragiche della nostra storia del dopo guerra.

Era il primo maggio del 1947. La costituente stava ancora lavorando, la seconda guerra mondiale era da poco terminata. L’Italia si trovava in una condizione tutta da definire. Vicino a Palermo, nei pressi della Piana degli Albanesi, una folla di famiglie di contadini si assiepavano nel pianoro di Portella della Ginestra per assistere al comizio di alcuni rappresentanti del partito comunista. Le raffiche di mitra degli uomini comandati dal famigerato bandito Salvatore Giuliano, uccisero e ferirono tanti, compresi donne e bambini inermi. Il maggiore dei Carabinieri, Alberto Sommese, guidava gli uomini dell’arma nelle prime e difficili indagini.

Senza fili non è solo la semplice ricostruzione di un evento, di cui l’autore trae spunto, il romanzo si sofferma sul dopo per una ricostruzione libera (ma nemmeno tanto aggiungerei) su fatti e personaggi reali.

Il romanzo:

Il romanzo è forse più un libretto, non quei tomi da trecento e più pagine. Un romanzo breve che non sminuisce il valore del lavoro editoriale. Un racconto che punta direttamente all’obiettivo e non gira intorno con fronzoli vari. Un testo utile per quei giovani che, forse, non conoscono i fatti e per tutti quelli che pensano che la storia non sia importante.

Edoardo Guerrini, torinese e biologo, con l’appoggio di un piccolo editore di Palermo, è riuscito ridare spazio e voce alla tragedia di Portella della Ginestra e lo fa lavorando su piani distinti: prima l’indagine iniziale del maggiore Sommese, poi il nipote giornalista che trova gli appunti del maggiore dei Carabinieri. Un piccolo testo ricco e concentrato come una spremuta delle arance della Sicilia, aspro e difficile come il territorio della nostra regione più meridionale.

Se lo scopo di questo libro era ricordare, non solo la strage di Portella della Ginestra ma anche i fili e gli intrecci più oscuri della storia della nostra Repubblica, allora direi che è riuscito in pieno nello scopo.

Massimo Fusai. Segui su Instagram.