Il Silmarillion

Il Silmarillion, di John Ronald Reuel Tolkien.
Il Silmarillion, di John Ronald Reuel Tolkien.

Il Silmarillion è definita l’opera prima del noto scrittore fantasy John Ronald Reuel Tolkien. Però non è la prima opera da lui pubblicata. A dire il vero non l’ha nemmeno pubblicata lui e non è possibile definire una data di redazione, in quanto si tratta di un lavoro di costruzione che è durato una vita e senza nemmeno completarlo.

Il romanzo è stato pubblicato postumo grazie al figlio Christopher, che ne completò la struttura mettendo assieme i tanti appunti del padre.

Se avete letto Lo Hobbit o il signore degli anelli, potreste rimanere profondamente delusi dal Silmarillion, perché è un libro anomalo per contenuto e impostazione. Non è un fantasy classico, non rappresenta vicende o avventure come nei romanzi citati, non è presente quella ironia o leggerezza che rendeva appetibile la trama. Si tratta solo della rappresentazione mitologica del mondo ideato da Tolkien, è pura epica in cui si mescolano aspetti culturali variegati (ispirati ai miti del nord Europa o da quella greca e altro), i quali hanno tutti concorso alla creazione del suo sogno.

Il racconto del Silmarillion:

Proviamo a riassumere, per quello che è possibile vista la complessità dell’opera, senza il problema di svelare nulla in quanto non esiste una trama con un colpo di scena da tenere nascosta al lettore.

È diviso in cinque parti a rappresentare tre ere, dato che affrontano periodi temporali molto grandi. Si inizia con Dio, la creazione degli spiriti Ainur (simili agli angeli diciamo), la creazione dell’universo, poi di Ea e Arda. Come nella Genesi della Bibbia il male prende forma da uno spirito potente, Melkor, che abbraccia l’oscurità.

Poi l’epoca dei Valar, con i loro alberi di luce distrutti dai Maiar da cui diverrà importante un certo Sauron che ancora non è quello del signore degli anelli, ma segue Melkor (ora chiamato Morgoth) e ne diventa servo. Dell’antica dinastia Maiar troveremo poi personaggi come Gandalf e Saruman.

La terza parte riguarda i Silmarill, gioielli forgiati dalla luce degli ultimi alberi del Valar e di diritto spettanti agli elfi, e la dura lotta per la conquista di questi gioielli fino alla definitiva sconfitta di Morgoth.

Il quarto capitolo tratta dell’ascesa e della fine di Numeronor. Qui inizia a prendere importanza Sauron che non ha più il grande suo maestro Morgoth con sé. I númenoreani vogliono il segreto dell’immortalità dei Valar, ma vengono sconfitti e da questa fine nascerà successivamente il regno di Gondor.

Nell’ultimo capitolo si giunge alla terza era della terra di mezzo, quando Sauron creò gli anelli del potere donati a nani, elfi e uomini. Per poter governare gli altri anelli e quindi tutti gli esseri, forgiò l’unico anello, colui che doveva sottometterli tutti. Tutto questo fino alla grande battaglia fra uomini e elfi contro Sauron, ove perse l’unico anello e fu relegato nell’oscurità ma non sconfitto del tutto.

L’uscita di questo scritto, che non può essere definito romanzo, non ha visto recensioni proprio positive, Il motivo è prevalentemente dovuto al fatto che divergesse completamente dallo schema delle storie del signore degli anelli o dello Hobbit, ipotizzando fosse solo uno un modo per sfruttare il nome ormai celebre di Tolkien.

Il libro è sicuramente pesante per come è scritto, però lascia a bocca aperta per l’ampio respiro che ha portato origine alla storie delle storie.

Scoprite il perché delle aquile che salvarono Frodo e Sam dal monte Fato dopo la distruzione dell’anello o Gandalf dalla torre di Orthanc, quel perché si trova spiegato proprio nel Silmarillion.

Massimo Fusai. Segui su Instagram.