Di notte i bambini piangono

Di notte i bambini piangono, di Nunzia Volpe.
Di notte i bambini piangono, di Nunzia Volpe.

Di notte i bambini piangono, lo raccontava la nonna di Franco che non ci stava più con la testa.

Greta torna a casa reggendo il sacchetto con il latte. Oltrepassa il cancello sbilenco che separava la Torre, con quel semicerchio compatto di palazzi tutti uguali, dal resto della città. Felicino si trova a terra, Biafra è il soprannome perché è magro come un bambino del terzo mondo. Vuole essere toccato da Greta, lei lo scalcia per reazione e dei gessetti escono dalla sua tasca.

Cesare sclera facilmente, possiede degli occhi azzurri strafottenti e lo chiamano femminiello per i lunghi capelli biondi ma sa difendersi da tutti. La madre Melina è un radar a comprendere l’inespresso, una madre che vede sfuggire la vita come la sua giovinezza accudendo i figli. Greta e Cesare si conoscono da otto anni, lei da piccola stava sempre sola in casa perché la mamma tornava tardi la sera dal lavoro. Cosimo, il fratello di Cesare, è il primogenito e ha preso i lineamenti marcati del padre, avrebbe voluto andare via lontano da lì in un posto qualunque.

William, un bulletto con la voglia di dare una lezione a tutti i rottinculo in circolazione ma che aveva perso la madre sei mesi prima. Si sentiva forte. Poi i lampeggianti azzurri della Polizia. È morto Felicino il figlio della tossica, il bambino del quarto piano, dicono che si sia buttato dalla finestra del cesso. La nonna di Franco ripete che non c’è più bisogno di affannarsi, perché adesso i bambini di notte non piangono più.

Non solo i bambini piangono:

La vita di un quartiere di periferia o forse una frontiera sperduta, quasi fosse un far west in cui crescere è un impegno improbo. Ogni personaggio, ogni ragazzo ma vale anche per gli adulti, si adattano come possono per garantirsi un equilibrio che pare essere instabile o forse irraggiungibile. Una specie di legge della giungla, che diviene legge della strada se cresci dove le prospettive sono poco più di niente. In questo apparente niente la proposta di studiare, per la protagonista Greta, diviene la promessa per poter andare oltre.

Personaggi tragici. Giovani e tragici, come tragica è la pioggia e i corvi che dimorano nella collina. Meglio contare, qualunque cosa: i sassi trovati, le foglie degli alberi, i gessetti in tasca, stare nascosto fino alla fine. Eppure in questo contesto troviamo amore e le persone lo danno a modo loro, forse non per convinzione ma per istinto e anche lo stronzo del quartiere in definitiva sogna la mamma che non c’è più.

Un romanzo difficile, bello ma difficile. Attenzione, non intendo complicato, tutt’altro. Complesso per la grande quantità di temi messi in campo e ognuno può vederci il proprio. Forse li potrei riassumere nella difficoltà di essere sé stessi in ogni forma: dalla sessualità alla completa costruzione o forse distruzione della personalità. Il quartiere è la Torre diviene il simbolo, una specie di totem che domina le vite e le volontà di tutti.

Il romanzo è strutturato in quattro parti, come fossero atti di una rappresentazione. I capitoli divengono storia e salti temporali, che possono essere di anni, di mesi o attimi. Soprattutto emozioni.

Nunzia Volpe:

Una giovane scrittrice di Bresso in provincia di Milano. Non è più una esordiente, ha al suo attivo due romanzi, di cui il primo ha ottenuto una menzione nel famoso premio letterario Calvino. Un’autrice con uno spiccata propensione ad entrare nella sensibilità profonda e a volte drammatica dei suoi personaggi, in genere giovani e adolescenti.

“Di notte i bambini piangono” è il suo terzo romanzo ufficiale. Una pubblicazione curata da Mursia e per l’autrice si tratta del secondo libro che vede la luce grazie alla lungimiranza di questa Casa Editrice che si sforza di coltivare le eccellenze. Il precedente romanzo di Nunzia Volpe, che trovate in questo collegamento, venne scelto in quanto fra i vincitori di un premio istituito da Mursia per testi inediti. Purtroppo quel concorso di scrittura non è stato più proseguito dalla CE e di certo le problematiche dovute alla pandemia di questi ultimi due anni hanno avuto il suo peso per condurre a questa decisione. Però proprio per merito di quel concorso qualche vero talento lo ha scovato e di qualcuno di questi autori di qualità ho avuto modo di parlarne nel mio blog, fra cui appunto la bravissima Nunzia Volpe.

“Gli uccelli neri fan spavento, fuggi più veloce del vento.”

Massimo Fusai. Segui su Instagram.